Il regista Vivaldi si racconta con ‘Livorno nel cuore’

di Sandra Mazzinghi 

Lunedì 23 febbraio al Teatro 4 Mori si aprirà il sipario sull’evento “Livorno nel Cuore” con la proiezione di un corto dal titolo “Mi amor” a firma del giovane regista Umberto Vivaldi che ha scelto la colonna sonora tra i pezzi del cantautore livornese Matteo Freschi.
Umberto Vivaldi Junior, 24 anni, amante del cinema e della cinepresa e con le idee ben chiare per il suo futuro. Se pur giovanissimo alle spalle già una regia di un cortometraggio alle spalle con una “pellicola” sul bullismo girata a soli 20 anni.

“Ho un buon lavoro, che di questi tempi non è poco, e una passione da sempre per il cinema – si racconta Vivaldi – Con gli amici di una vita, con i quali ho organizzato Livorno nel cuore, passavamo i pomeriggi a riprenderci con una vecchia cinepresa inventando situazioni comiche, per il gusto di rivedere il girato a casa tutti insieme e per fare quattro risate. Girai il mio primo cortometraggio all’età di 20 anni “La via degli aranci” un corto sul bullismo, un progetto che pur essendo semplice e spontaneo, ebbe un buon riscontro nelle scuole, tanto che venne proiettato non solo negli istituti scolastici di Livorno ma anche fuori città. Ho studiato cinematografia con il maestro Damiani con cui ho potuto approfondire maggiormente le tecniche di regia cinematografica e da allora non ho mai smesso di leggere e studiare in merito a questa materia e naturalmente a mettere in pratica le cose apprese. Inoltre ho avuto la fortuna di conoscere e passare del tempo con Paolo Virzì per parlare ed avere consigli su come muovermi per fare i primi passi nel mondo del cinema.

Tre aggettivi per definire il tuo stile cinematografico.
Semplice, diretto e passionale.
Cosa sognavi di fare da grande?
Ovvio, il regista!
Quali sono per te gli eroi nella vita reale?
Gli eroi nella vita reale sono coloro che credono nelle cose in cui fanno, credere si traduce nell’avere fiducia in se stessi che vuol dire mettersi sempre in discussione, riconoscendo i propri limiti per progredire.
L’ultimo libro che hai letto?
“Io sono” del Conte di Saint Germain. È un libro atipico, strano a dirsi, ma leggendolo è come se tu parlassi con te stesso, il titolo seppur breve racchiude il significato.
E il libro che tieni sul comodino?
Ho più di un libro in camera da letto, dai romanzi come “Dracula” di Bram Stoker, ai libri sulla storia del cinema e la regia, ma il libro a cui tengo di più naturalmente è quello che scrisse mio padre, diventato scrittore in pensione, “Era facile perdersi” con una bella dedica che mi fece quando avevo soltanto sei anni.
La tua frase?
Amo gli aforismi e ne avrei molti, ma in questo caso e in prossimità della serata di lunedì 23 scelgo questo di Muhammed Ali: “Chi non è abbastanza coraggioso da correre dei rischi, non concluderà mai niente nella vita”. “Livorno nel cuore” sarà un salto nel buio, o voleremo o cadremo, un rischio appunto, ma che a me va di correre.

 

 

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