Il regista Damiani striglia Livorno

di Sandra Mazzinghi (foto Furio Pozzi)

Furio Pozzi, un amico fotografo, ci aveva parlato di lui. Ci aveva incuriosito con aneddoti sul cinema tanto che dopo poco gli abbiamo chiesto di poterlo incontrare. Oramai incuriositi da quest’uomo nato a Livorno, rimasto lontano dalla sua città per cinquant’anni e poi tornato.
Quest’uomo è un grande regista, sceneggiatore, scrittore, ha un nome speciale e insolito: Amasi. E un cognome ordinario. Damiani. Il connubio di questo nome e cognome è infatti quello di un uomo eccezionale e insolito, ma infinitamente semplice.
Amasi Damiani ancora giovanissimo lascia la nostra città per partire per Roma. I tempi sono duri, ma nel 1964 riesce a dirigere il film “I nuvoloni” con Erminio Macario e Silvio Noto. Di seguito moltissima regia per cinema e teatro, e poi documentari e sceneggiatura. Fino a che dagli anni ottanta prediligerà la via del film d’autore realizzato in modo indipendente. Quando torna a Livorno, nel 2010 fonda una scuola di cinema dal titolo “New Race”.
L’occasione per incontrarlo è un’intervista per Quilivorno.it, visto che sta per uscire il suo ultimo film “SenzAmori”, in proiezione lunedì 27 aprile al Cinema 4 Mori (alle ore 21). In apertura della serata un concerto dell’Ensamble Bacchelli.
Ci incontriamo in un bar di Via Magenta, a due passi da casa sua. È subito disponibile, sorridente e inizia a parlare di sé. È difficile chiedergli cose e fermarlo, mi lascio quindi incantare dalle sue parole. E ascolto.
Ci racconta che ha lavorato con Totò, Silvio Noto, Erminio Macario, che ha conosciuto i grandi del cinema come Federico Fellini che insieme alla Masina lo invitava nella sua casa di Fregene. Ci dice che Sandra Milo è una donna intelligentissima, anche se in molti pensano purtroppo il contrario.
Ci racconta del grande Nino Manfredi e di sua moglie Erminia con cui Amasi è ancora in contatto per alcuni progetti di beneficenza. Ma, ricorda Damiani, è stato Roberto Rossellini ad aprirgli gli occhi sul mondo della regia. Erano molto amici, ricorda di quando Rossellini gli confidò del suo incontro con Ingrid Bergman.
Approfittiamo di lui che beve un sorso di caffè e gli chiediamo… “Qual è la donna più bella con cui ha lavorato”?
“Nannarella (Anna Magnani n.d.r) era una donna di fuoco, Marisa Mell (l’attrice di Diabolik) era fantastica, ma la più bella di tutte per Amasi è stata Karin Schubert. Dice che era veramente bellissima, vide la sua foto in un’agenzia e la chiamò per un film. Era anche molto brava.
Riprende coi ricordi, storie vissute in prima persona con i grandi del cinema internazionale e poi gli chiediaom: Maestro, cosa si potrebbe fare a Livorno per il cinema?
Dall’entusiasmo con cui parlava un momento prima sembra che io abbia toccato una nota dolente, che lo affligge. “A Livorno ci sono delle potenzialità, delle realtà. Potrei dare consigli, indirizzare: per esempio posso dire che il livornese Emanuele Barresi è veramente bravissimo, potrei dire anche di altri… Ma le soddisfazioni purtroppo mi arrivano da fuori, da Roma, da Firenze. A Livorno è tutto complicato. E questo mi amareggia. Ci sono, le forze, a Livorno, la nostra città ha una cultura meravigliosa che molti purtroppo dimenticano…”
Di cosa parla il suo nuovo film “SenzAmori”?
Racconta la Livorno di oggi e quella degli anni ’40, con la guerra, la deportazione degli ebrei, i bombardamenti, con tre personaggi: un cieco, un ipovedente e un amico, che parlano di come la città sia preoccupata dal furto dei 4 Mori.
La serata di lunedì prossimo avrà un fine benefico vero?
Sì, il film è stato realizzato senza risorse e l’incasso della serata sarà infatti devoluto ad una associazione di beneficenza.

 

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