Bencini, dottore del pronto soccorso, relatore al Meeting Unesco
Nei giorni 21, 22 e 23 novembre 2013, in occasione del ventennale dell’iscrizione di Matera nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, si terrà una Conferenza Internazionale patrocinata dall’Unesco allo scopo di celebrare il valore storico, culturale ed antropologico rappresentato in questa favolosa città costituita da caverne scavate nella roccia, e ritenuta unica nel suo genere. “Il passato è davanti a noi, dicono i popoli Koi San, perché lo conosciamo mentre il futuro è dietro le spalle in quanto ci è ignoto”. Così il passato è guida e modello per realizzare un futuro remoto. Interverranno i maggiori esperti di città troglodite provenienti da Italia, Bulgaria, Inghilterra, Pennsylvania, North Carolina, Giordania, Georgia, Grecia, Canada, Giappone, Afghanistan, Israele e Colombia. Quali esperti maggiori della Civiltà Troglodita dell’Adrar ‘Nfusen libico interverranno Franco Dell’Aquila ed il livornese Claudio Bencini (medico del pronto soccorso dell’ospedale di Livorno), co-Fondatori della Fondazione Wadi Adrar che si occupa da più di 10 anni degli studi che permetteranno al Governo Libico di motivare l’inserzione dell’area di oltre 10.000 Km2 dell’Adrar ‘Nfusen in una “Tentative List” delle aree degne della proclamazione di “Patrimonio dell’Umanità”.
Il Dottor Bencini esporrà i risultati ottenuti dalla Fondazione Wadi Adrar che ha censito per la prima volta centinaia di Città Troglodite nell’Adrar ‘Nfusen libico, nel quale si annoverano migliaia di insediamenti trogloditi adibiti ad abitazioni, a frantoi, ed a luoghi di culto quali moschee, chiese cristiane e perfino sinagoghe. In questo compito, Wadi Adrar si è avvalsa della collaborazione dei maggiori esperti in questo campo di studio e con rinomate Università italiane e libiche. Il lavoro del Dott. Bencini e della Fondazione Wadi Adrar ha destato interesse non solo della Comunità Scientifica, ma anche dell’Opinione Pubblica internazionale, come riportato dagli articoli pubblicati dalle maggiori testate. http://www.wadi-adrar.org/news/961/ https://www.academia.edu/2568658/Tawalt.2
Nuovi paradigmi possono derivare proprio dalle comunità considerate arretrate o messe ai margini dalla modernità e che invece sono portatrici di un modello basato sui bassi consumi ed emissioni, sulla protezione dei luoghi, l’uso accurato dei beni comuni e le conoscenze locali.
Matera costituisce una città simbolo di questi paradigmi e nella sua storia millenaria ha mantenuto le specificità della sua architettura e vivere comune: a basso spreco di energia; inserita nell’ambiente; capace di controllare le variabilità climatiche. L’organizzazione urbana favorisce la coesione comunitaria garantita dalle conoscenze e tecniche locali tradizionali: la raccolta d’acqua; la protezione dei suoli; l’abitare in gotta; l’architettura naturale; la geotermia passiva; il tipo di struttura urbana. Pratiche soluzioni che possono ancora oggi rivelarsi utili per le più avanzate ricerche della bioarchitettura, della città sostenibile, dell’economia verde, e che hanno dimostrato di favorire la rinascita e salvaguardia del territorio. Decifrare il paesaggio delle caverne significa spostare l’attenzione dai luoghi alle conoscenze e alle genti che li hanno gestiti. Significa anche attingere a un pensiero, troglodita, a risparmio di risorse, labirintico, nomade, passivo, slow, le cui indicazioni e moniti sono incisi nelle città scavate nella pietra e scolpiti nei cuori delle comunità che ne sono custodi.
Alle sue origini la Convenzione del Patrimonio Mondiale era fondata sull’ambizione di universalismo, sulla separazione tra beni naturali e culturali, favoriva l’autenticità, l’eccellenza e la conservazione. La nuova convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale del 2003 ha ribaltato questi principi, riflesso delle concezioni, e anche della cultura euro centrica, sostituendoli altri concetti: il multiculturalismo e la diversità; la visione olistica; i processi di gestione, prioritari rispetto a interventi di museificazione; la perpetuazione dei saperi e dei processi di produzione del bene; l’eliminazione di gerarchie di valore tra monumenti aulici ed espressioni popolari.
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