Goldoni, ecco “L’importanza di chiamarsi Ernesto”
Definita la più bella commedia di tutti i tempi, capolavoro di Oscar Wilde, “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, arriva al Teatro Goldoni, giovedì 22 e venerdì 23 gennaio per la stagione di prosa organizzata da Fondazione Goldoni, Menicagli Pianoforti e LEG, nel nuovo allestimento che ha conquistato il pubblico di tutta Italia.
Ultimo lavoro teatrale di Wilde e diversissimo dai precedenti, The importance ha provocato molte congetture sul corso che l’evoluzione del drammaturgo e forse, di tutto il teatro inglese avrebbe potuto prendere senza l’intervento della magistratura. L’eterea verbalità di The importance, dove tutti si esprimono mediante paradossi squisiti, si accompagna a un senso visivo di teatralissima efficacia. Benché più rare che nei lavori precedenti, le didascalie sono molto suggestive e da queste si capisce anche lo stile di recitazione che Wilde desiderava: uno stile assolutamente non farsesco e nemmeno, d’altro canto, realistico. I personaggi debbono scambiarsi le battute con perfetta naturalezza, senza mostrare di ritenerle spiritose e senza tentare di giustificarle caratterizzandosi come eccentrici.
La regia di Gleijeses restituisce ai personaggi la fulgida caratura pensata da Wilde, trovando un giusto equilibrio tra arguzie letterarie e ritmo narrativo. Uno spettacolo che attraversa indenne il tempo che passa. Fedele all’originale per gusto, ambientazione e carattere, e che riesce a conservarne intatta l’ironia assicurando ritmo e piacere alla rappresentazione.
“L’importanza di chiamarsi Ernesto”, di Oscar Wilde – traduzione Masolino d’Amico di Oscar Wilde con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli con la partecipazione di Lucia Poli e con Valeria Contadino, Luciano D’Amico, Giordana Morandini, Orazio Stracuzzi, Renata Zamengo Regia Geppy Gleijeses
Info: 0586.204237 Biglietteria 0586-20.42.90 www.goldoniteatro.it
Venerdì 23 ore 17.30 presso la Sala Mascagni del Teatro Goldoni Gepppy Gleijeses Marianella Bargilli e Lucia Poli incontrano il pubblico intervistati dalla giornalista Maria Teresa Giannoni
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