Goldoni, dopo Massimo Ranieri tocca a Papaleo e Beppe Fiorello. Le date

Una serie di appuntamenti con grandi artisti quelli in programma nel mese di marzo al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione organizzata dalla Fondazione Goldoni in collaborazione con Menicagli Pianoforti e Leg.
Il primo sarà giovedì 6 marzo con Massimo Ranieri, artista amato per le sue eccezionali doti di cantante ed interprete presenta “Sogno e son desto – Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle”, un nuovo spettacolo, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri, dove canzoni e monologhi intrecciano un racconto giocoso e provocatorio, un inno alla vita, all’amore e alla speranza. L’affettuoso viaggio dedicato ai mille significati del coraggio, si arricchisce nel nuovo show dei sogni e le aspirazioni, trasformatesi in grandi successi, dello stesso protagonista che incrocia così la sua incantata storia personale – attraverso tutti i brani che lo hanno reso famoso – con l’eroismo degli ultimi e dei sognatori, come gli uomini e le donne cantati dalla musica di Giorgio Gaber o raccontati dal teatro di Raffaele Viviani. Con la sensibilità artistica e l’istrionica capacità interpretativa che lo contraddistingue, Ranieri vestirà il duplice ruolo di attore e cantante per portare in scena e interpretare, in un unico grande show, il teatro umoristico di Nino Taranto e le canzoni di Fabrizio De Andrè, i personaggi della produzione eduardiana e i brani dei più celebri cantautori italiani e internazionali, da Luigi Tenco a Charles Aznavour, da Francesco De Gregori a Lucio Battisti e Violeta Parra. Inoltre, nello show l’artista riserverà un omaggio speciale alla meravigliosa produzione di Domenico Modugno. Tra musica, racconti particolari e colpi di teatro, Ranieri attraverserà naturalmente anche la grande canzone napoletana e il suo amatissimo repertorio, con i suoi più celebri successi amati dal pubblico di tutte le età, da “Rose rosse” a “Erba di casa mia”, da “Se bruciasse la città” a “Perdere l’amore” e i brani da lui resi memorabili come “La voce del silenzio”, “La rumba degli scugnizzi” e tanti tanti altri.

Il 7 e 8 marzo Rocco Papaleo sarà al Goldoni con “Una piccola impresa meridionale”. Un esperimento di teatro canzone, come un diario da sfogliare a caso, che raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti o che tali mi appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure. Dunque, un teatro a portata di mano, col desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre.

Il 25 e 26 marzo Giuseppe Fiorello in Penso che un sogno così … Dopo l’interpretazione tivù, Giuseppe Fiorello veste i panni di Domenico Modugno anche a teatro, “sarà un semplice omaggio personale e affettuoso ad un ragazzo del Sud che come me – dichiara Fiorello – ha inseguito sogni e passioni,il cinema e la musica,ma non sarà soltanto un viaggio nella vita di Mimì (Modugno),sarà anche l’occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo passato felice … “

 

Riproduzione riservata ©