Gli Esperanto alla Bodeguita. Intervista a Spera
Esperanto Acoustic Quartet è la band che suonerà in Bodeguita a giovedì 5 marzo alle 22,30. La nuova formazione acustica,da un idea di Moreno Vivaldi, è nata all’inizio dell’ autunno 2014 ,gli elementi della nuova band si sono conosciuti e apprezzati dopo alcune collaborazioni avute in precedenza . Esperanto ,questo è il nome ,si propone con pezzi di vari paesi del mondo, facendo una sorta di viaggio storico/musicale. Attraverso la musica, in un unica serata si potranno ascoltare ritmi e melodie di popoli e culture eterogenee, con lo scopo di divertire , ma anche di abbattere barriere ideologiche ed esprimere la volontà di un abbraccio simbolico “globale”. Da qui la scelta del nome “Esperanto” , un progetto pianificato circa duecento anni fa da un uomo che inseguiva il sogno di unire i popoli del mondo con un unica lingua.
In questo viaggio virtuale la band proporrà musica di paesi come Francia, Spagna, Irlanda, Grecia, poi il sudamerica, Cile, Cuba, Messico, e poi ancora paesi Arabi e altri ancora.Tutti pezzi arrangiati in chiave acustica nel loro stile, senza perdere di vista l’essenza della cultura folkloristica dei paesi toccati dal quartetto livornese.
La formazione “Esperanto”:
Moreno Vivaldi– Cajon e percussioni
Sara Saccomani- Flauto traverso e voce
Lorenzo Del Ghianda– Fisarmonica
Francesco Spera– Chitarra acustica e voce
Sandra Mazzinghi intervista Francesco Spera.
Due note su Francesco Spera…
Ho 25 anni. Sono diplomato in ragioneria, ma amo le materie umanistiche. Lavoro da quasi tre anni in Darsena Toscana per una ditta che si chiama Interrepairs nord occupandomi del controllo dei containers frigorifero. Convivo con Claudia che è una brava estetista e fantastica onicotecnica e ho tre fratelli. Luca compie 24 anni venerdi, fotografo sperimentale; in cerca di lavoro. Vittoria iscritta all’ Istituto Colombo indirizzo estetica e ha 14 anni e Ludovico di 4 anni.
E Francesco Spera musicista?
Ho iniziato a suonare la chitarra elettrica del mio fratello Luca a 15 anni e da quel giorno non ho più smesso. Sono un autodidatta e suono anche il basso nei Vision of Johanna, facciamo rock italiano. Amo sperimentare.
Il nome del tuo gruppo, Esperanto, è curioso… contiene il tuo cognome. E’ un caso?
Esperanto è il tentativo del dottor Zamenhof nell’ottocento di creare una lingua che fosse universale. Questo è il concetto a cui ci rifacciamo, con l’auspicio di riuscire a fondere la musica di vari paesi in una visione unica. Per quanto riguarda la somiglianza con il mio nome dico che non credo al caso.
Da chi hai accettato consigli per la tua musica? E critiche, da chi?
Consigli e critiche le ho accettate e le accetto da tutti in quanto ognuno è portatore della propria unicità e per questo va rispettato.
Il prossimo progetto?
Ho l’abitudine di non avere quasi mai un progetto solo come adesso. I prossimi progetti sono registrare un disco con i Vision of Johanna. Perfezionare il progetto Esperanto. Scrivere canzoni insieme agli amici Stefano Chelini. Fabio Papini. Katia querci. E ideare uno spettacolo con il mio amico di infanzia e regista Umberto jr Vivaldi.
Lavori e suoni? O la musica è la tua professione?
Lavoro e suono per passione con la speranza che prima o poi diventi professione.
Qual è per te l’angolo più suggestivo di Livorno?
L angolo più suggestivo di Livorno secondo me è Monteburrone, nei pressi del monumento a Ciano. C’e un angolo in cui mi reco a volte da solo a pensare. Da lìsi vede il mare e mi sento nello stesso tempo immerso nel verde della macchia mediterranea che in certi periodi dell’anno crea dei colori che mi emozionano.
Grazie delle tue parole Francesco, e in bocca al lupo per la performance di domani sera!
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