Rifiuta l’invito al talent-show. “La musica è altro”. E’ giusto?
Per tanti il suo nome non dirà un granché, per altri ancora invece rappresenta un vero e proprio idolo. Si tratta di Andrea Appino, (in una foto tratta dal suo profilo facebook) cantautore nato a Pisa ma residente da anni e anni ormai a Livorno, città eletta per accogliere la sua vena artistica. E’ lui il leader della band “Zen Circus” che ha rifiutato di recente, scatenando la polemica sui social network, la “convocazione” al talent show “The Voice of Italy” in onda a breve sugli schermi Rai dove a giudicare le promesse in gara saranno chiamati Emis Killa, Dolcenera, Max Pezzali e Raffaella Carrà.
Esatto, convocazione. Ma come, direte. Al talent non ti iscrivi tu artista con il tuo carico di sogni in valigia e il tuo fagotto di canzoni e speranze sulle spalle? Sembra che per alcuni versi non sia sempre e proprio così come ha rivelato Appino, pubblicando la conversazione con un “reclutatore di The Voice, sulla sua pagina facebook. The Voice non è nuova infatti a questi artifici come di recente ha dimostrato portando sul palco big ed ex big della musica italiana tra cui Chiara Iezzi (del famoso duo Paola e Chiara), Alessandra Drusian dei Jalisse, Dennis Fantina, Sarah Jane Olog.
Così ecco che arriva la “chiamata” a cui Appino decide di rifiutare.
“Ti scrivo dalla redazione di The Voice – scrivono ad Appino – Ho avuto modo di ascoltarti e mi piacerebbe sapere se sei interessato ad un’eventuale partecipazione alle selezioni del programma. In caso positivo, lasciami il tuo contatto telefonico, così da poterti chiamare al più presto”.
Il cantautore livornese d’adozione non ci pensa due volte e attacca con la sua risposta.
“Ciao, io non ti conosco e immagino tu stia lavorando, quindi cercherò di essere il può rispettoso possibile. Ironicamente mi hai scritto in una delle poche giornate libere, dopo due mesi spesi fra concerti e studio, al lavoro su dei dischi di altri progetti ed in procinto di cominciare il nono album della mia band. Così oggi, causa trasloco, mi sono finalmente messo a sistemare ricordi per oltre 20 anni di musica”. Quindi parla degli Zen Circus, “un nome che a te o a molti del vostro pubblico non dirà nulla – e ci mancherebbe – ma che è parte fondamentale della mia vita ed importante per molti ragazzi e ragazze, uomini e donne là fuori. Mi dispiace, ma non c’è cosa più distante dei talent show dal mio modo di vedere e fare musica da 20 anni. Trovo anzi molto impertinente questa richiesta, che per te magari sarà normale amministrazione ma che io trovo un poco irrispettosa nei confronti della mia storia musicale, del mio lavoro e delle persone che seguono la mia e tante altre band”.
“Odio fare lo splendido, ma visto che i talent show si occupano di creare ‘successi’ mi vedo costretto ad informarti che gli Zen hanno una storia bellissima, un pubblico favoloso, una lista di concerti che van ben oltre i mille, molti dei quali sold-out, 12 dischi all’attivo (compresi due da solo), uno finito primo su iTunes ed in top ten senza mai essere passato dalla televisione o dai grandi network radiofonici” […] Ecco ora secondo te, seriamente, che cose vuoi che me ne freghi di partecipare alle selezioni di The Voice of Italy? Declinerei pure si trattasse di fare l’ospite pagato, figurati a fare ‘le selezioni’. Non ho niente contro chi partecipa o chi guarda i talent, ma personalmente credo siano uno specchietto per le allodole ed i ragazzi che partecipano da voi dovrebbero essere piuttosto spinti a scoprire chi sono e quale è la loro musica non in tv, ma in cantine o sale prove, locali, club, ecc. Non credo a nessun giudizio e nessun giudice, l’idea di ‘vivere un sogno’, questa bolla dove l’importante è essere famosi, questo provarci. Non mi interessa: io non ci voglio provare. La tv nega a queste persone la cosa più bella di tutte: il costruire la propria musica e la propria persona con le proprie mani senza che nessun giudice (per quanto con una storia dietro le spalle, grande talento e tutto quello che vuoi) decida se è dentro o fuori”.
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