Corbi il poeta matematico che “dipinge” la parola

di Sandra Mazzinghi

Appuntamento culturale sabato 6 giugno (ore 17,30) alla Libreria Belforte, (Via Roma 69). Francesco Mencacci (Belforte) e Fabio della Tommasina (Mds Editore) converseranno con Marco Corbi, autore della raccolta di poesie “Zero”, terzo volume della collana ‘Sfridi di/versi’, della casa editrice viareggina. Esaurito a pochi giorni dall’uscita, “Zero” è alla terza ristampa ed è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino alcune settimane fa.

Uno stile asciutto quello del poeta Marco Corbi, che non cerca la coerenza del verso o un estetismo della rima fine a se stesso. L’urgenza di esprimere sentimenti e situazioni è temperata da pudore e dalla consapevolezza che giungere alla verità è compito arduo nei rapporti personali,  nel lavoro e nelle relazioni amorose. Per questo Corbi ci propone una lingua scarnificata, priva di orpelli, fusa con gli oggetti che indica; quasi una “cifra”, che come in un’equazione consenta almeno di rendere note le incognite.

Abbiamo incontrato per voi lettori Marco Corbi per curiosare sulla sua poesia e sulla sua vita. E mi raccomando, sabato prossimo al mare solo al mattino, poi pranzo, doccia e andiamo ad incontrare questo affascinante personaggio. 

Marco, a quando risale il tuo esordio poetico?
All’età della scuola media, poesie d’amore, in quella stagione della vita è così, ed e’ anche giusto e bello che sia così. Mi piace pensare che in qualche scatola dei miei tanti traslochi ci sia ancora il quadernino nero bordato di rosso…

Livornese livornese?
Sì, sono nato a Livorno, ma penso di essere un livornese atipico; non vado al mare per esempio, e ciò che mi lega a Livorno sono gli affetti, non la città in se stessa. Infatti non escludo l’idea di partire di nuovo, come ho già fatto…sono stato fuori per dieci anni tra Londra, Roma e Milano.

Chi sono stati i tuoi poeti di riferimento?
Dal vivo sicuramente Ernesto Mussi, ho avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo. E poi Valerio Magrelli che mi piace per la prosa asciutta e ironica. E tra i classici Kostantinos Kavafis.

Per te il poeta è un saggio? Oppure un visionario?
All’inizio siamo visionari poi si diventa saggi. All’inizio si fa poesia aggiungendo e poi sottraendo.

Quando scrivi?
Nei momenti più impensati (e ci fa leggere una chicca scritta la mattina mentre stava stendendo il bucato! ndr)

Pensi spesso alla morte?
Spesso, da sempre… in modo razionale, non spaventato. Non so se questa che stiamo vivendo sia la realtà vera, magari la scopriremo dopo… chi può dirlo.

Hai un portafortuna?
No. Non concepisco le superstizioni, e neanche gli oroscopi.

A di là della poesia cosa fai nella vita?
Consulenza alle aziende nel settore delle telecomunicazioni…

E oltre al lavoro e alla poesia?
Il cinema e la lettura, le passioni di sempre…da un paio di anni sto avvicinandomi alla pittura, da visitatore intendo, ed è un viaggio affascinante… i miei preferiti: Caravaggio tra i classici, mentre tra i contemporanei Rothko e Hopper.

Ti piace recitare in pubblico le tue poesie?
No, ma concordo con Fabio Della Tommasina quando dice che solo chi le ha scritte riesce a dare la giusta enfasi al pubblico.

Presenterai la terza edizione di “Zero” Mds Editore. Cosa troveranno i lettori nella tua raccolta?
Poesie brevi, asciutte, spero gradevoli.
E quello che spero di riuscire a far apprezzare è anche la metrica degli spazi vuoti.

Progetti futuri?
Al momento “Zero” è alla terza ristampa e per un libro di poesie è un grande successo. Diciamo che sono impegnato nella promozione di questa raccolta, ma c’è già un progetto agli albori.

Perché i lettori di Quilivorno.it dovrebbero venire alla presentazione di “Zero” sabato prossimo?
Cito una grande poetessa, Wisława Szymborska, che in POSSIBILITÀ, dice: “Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne.” Parafrasando: meglio il ridicolo di venire ad ascoltare un po’ di poesia che il ridicolo di non venire (ride ndr).
E poi, è l’occasione di conoscere meglio Mds Editore (ci sarà Fabio della Tommasina) e la nuova sede della Libreria Belforte (rappresentata da Francesco Mencacci, anche docente del Corso di Scrittura Creativa scuola Carver, di cui sono allievo).
Inoltre, con Francesco e Fabio appunto, sabato parleremo di poesia, ma non solo. Parleremo di cinema (Dogma95) di pittura, fotografia… e di matematica (Euclide… o no?).

Marco, saluta i nostri lettori con una tua poesia…
“ENERGIA CINETICA FRENANTE
tutto questo movimento
ci impedisce di scappare”.

 

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