Chiesa e la sua pasta dal Papa
Nel corso del colloquio, Chiesa ha chiesto a papa Francesco quando sarebbe venuto a Livorno e lui "ha risposto canticchiando la canzone di Livorno quella che dice... "nel porto di Livorno non ci sono più pesci". Poi mi ha detto "ora devo smettere", ridendo"
Valerio Chiesa, livornese, titolare dell’omonimo pastificio di famiglia con sede al Mercato, è stato ricevuto dal papa, a Roma, mercoledì 9 settembre al termine della consueta udienza. Chiesa (un incontro scritto nel cognome, verrebbe da dire) ha consegnato al pontefice una scatola di “girasoli” (una speciale pasta fatta in casa) all’astice scambiando alcune battute per circa 10 minuti. Il papa lo ha benedetto e ha detto a Chiesa di pregare per lui.
Il livornese è stato ricevuto, assieme ai genitori, a seguito di una lettera in cui ha raccontato l’incidente sul lavoro e la successiva rinascita. Nel corso del colloquio, Chiesa ha chiesto a papa Francesco quando sarebbe venuto a Livorno e lui “ha risposto canticchiando la canzone di Livorno quella di Piero Ciampi (video) che dice… “nel porto di Livorno non ci sono più pesci”. Poi mi ha detto “ora devo smettere”, ridendo”. In passato, va ricordato, che il pastaio livornese ha avuto l’onore di consegnare la propria pasta al principe Alberto di Monaco, alla regina Elisabetta e alla regina del circo Moira Orfei.
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