“Cantiamogliele” all’ex cinema Aurora
di Sandra Mazzinghi
Una coreografa, Simonetta Ottone, e una regista e drammaturga, Barbara Idda, due donne che hanno unito la propria creatività e professionalità per un evento globale, il One Billion Rising Revolution 2015. (foto di Upho Studio)
Sabato 28 febbraio (ore 16) all’Ex cinema Aurora (viale I. Nievo) un pomeriggio per condividere l’ultimo appuntamento della Rassegna “Dance with your V!”, organizzata da Associazione Compagnia DanzArte, come occasione di ulteriore sviluppo locale alla portata del movimento internazionale del V Day ideato da Eve Ensler e nato da una pièce teatrale contro la violenza sulle donne.
Per l’occasione, verrà presentato l’inno coreografico del V -Day, Break the chain cura di Debbie Allen e riadattato da Simonetta Ottone, danzato per l’occasione dal gruppo di donne, supporters di tutta la rassegna, che leggeranno anche le parole di Eve Enslere in “La mia Rivoluzione inizia nel Corpo”.
L’iniziativa si aprirà innanzitutto con un reading dal titolo “Cantiamogliele” scritto e interpretato da diciotto dei quaranta allievi del corso di Scrittura e Lettura Creativa della regista e drammaturga Barbara Idda. Sarà un viaggio critico nella canzone italiana dagli anni sessanta in poi; l’obiettivo è stato sia quello di stigmatizzare stereotipi e luoghi comuni sull’universo femminile, portati avanti da molti autori e cantautori italiani, stereotipi che purtroppo hanno afflitto per decenni l’immaginario collettivo affollandolo di ‘mamme devote, sante o puttane’ sia mettere in luce e riconoscere i meriti di quanti quegli stessi stereotipi hanno provato a scardinarli e combatterli, in sintonia con quanto avveniva nella nostra società, a partire dalle rivendicazioni femministe degli anni Settanta per arrivare al concetto di pari diritti ed opportunità, sia pur ancor troppo spesso inapplicato o negletto.
Il titolo del reading ‘Cantiamogliele’ è nato dall’idea di rivendicare per la donna un ruolo più attivo e aderente al dato reale anche nei testi delle canzoni, giocando irriverentemente a dirne quattro, appunto ‘cantarle’, a chi sui cliché ha costruito le proprie fortune artistiche, partendo dal dato di fatto che ancora nel 2015 ‘woman is the nigger of the world’, la donna è il negro del mondo, come sostenevano quarant’anni fa John Lennon ed Yoko Ono. Certo, ci sono sempre state fortunatamente delle eccezioni e ora vanno sempre più aumentando, proprio per questo all’interno del reading è previsto un omaggio a Pino Daniele, recentemente scomparso, che aveva dedicato una delle sue più belle ballate ad Anna Magnani, l’anti-diva per eccellenza, simbolo di coraggio e volontà di riscatto fin dai tempi di ‘Roma città aperta’.
Barbara Idda, docente drammaturga e regista, ha studiato Scrittura Creativa presso le più importanti scuole italiane: Scuola Omero- New York University con Joseph Olshan, Laboratorio di Scrittura per la Narrativa di Franco Rina, docenti Camilleri, Cerami, Cotroneo e Dal Pra e infine Scuola Holden di Baricco, dove è stata, dopo selezione su scala nazionale, fra gli allievi di un seminario a numero chiuso del Premio Nobel Mario Vargas Llosa. Vincitrice di premi letterari (Clio-Gabinetto Viesseux, Premio Serenissima Università di Venezia) ha iniziato la sua attività teatrale nel 1997, fondando la compagnia Battello Ebbro, e portando in scena prima come autrice e poi anche come regista sue opere originali e lavori di altri autori ( A.Dini, G. Benucci). Tra le collaborazioni più importanti quelle con Robert Cahen, uno dei padri fondatori della video arte, Sandra Lischi (OndaVideo), Emanuele Gamba, Alessio Pizzech, Maurizio De Giovanni. È curatrice del festival letterario ‘Scritti sulla Sabbia’. Dal 1999 tiene in tutta la Toscana corsi di Scrittura e Lettura Creativa, prima per varie associazioni culturali e negli ultimi anni in proprio, avvalendosi di collaboratori di importanza nazionale, tra gli altri Cristina Lazzari, Dario Pontuale, Carola Susani, con la produzione a tutt’oggi di più di venti reading, frutto dei lavori dei suoi allievi, ospitati in prestigiose sedi culturali (Museo Civico “G. Fattori” di Villa Mimbelli e il Nuovo Teatro delle Commedie e Royal Hotel Victoria di Pisa).
Per l’occasione abbiamo incontrato la coreografa, Simonetta Ottone: occhi chiari, una gestualità che ti affascina appena la incontri. Ho avuto la fortuna di assistere ai molti eventi di questa donna che ha capacità di creare un’armonia unica tra musica e parole. I suoi movimenti riescono a contagiare qualcosa che ti tocca intimamente.
Simonetta Ottone, due notizie su di te…
Nasco a Livorno nel 1971, ma cresco a Firenze dove i miei genitori livornesi vivevano. Mi diplomo come Perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Lavoro dal 1989 nella danza e nel teatro, come DanzAttrice, Coreografa, Insegnante, DanzaMovimentoTerapeuta (diploma APID). Ho scritto diversi spettacoli di TeatroDanza, presenti in numerosi festivals e rassegne e un libro “Danzare il Simbolo. DanzaMovimentoTerapia nel mondo tossicomane” (Edizioni Creativa, 2011). Impegnata in ambito sociale e di genere, sono blogger di Politica Femminile Regione Toscana.
Simonetta come ti sei trovata a far parte di questo progetto? E il terzo anno vero?
Sì, One Billion Rising è alla terza edizione. Io però ho partecipato a quella del 2012 come tutor coreografico e quest’anno ho deciso di organizzare totalmente, con l’Associazione DanzArte che dirigo, One Billion Rising Livorno 2015. Tante le realtà livornesi e toscane che hanno aderito. Il 14 Febbraio, nonostante piovesse un po’, decine di donne e uomini di tutte le età, sono venuti a danzare con noi, al ritmo delle percussioni curate da Percorsi Musicali. Ma la festa sta durando da tutto Febbraio a Livorno, grazie alla rassegna Dance with your V!, che ho ideato per sviluppare ulteriormente e localmente le istanze mosse dal movimento internazionale V – Day.
Da quanto danzi?
Ho iniziato a quattro anni sui pattini. A nove ho iniziato sulla terra ferma, e non ho smesso più.
Per te la danza è una passione che e divenuta professione…
Sì. Fino a nove anni da grande sognavo di fare sempre le solite due cose: la suora o la veterinaria. Poi ho visto il saggio di danza di un’amica e per un motivo che ignoro mi è sembrato che fare la ballerina – attrice contenesse anche i sogni precedenti, riassumesse al meglio i miei desideri. A dodici anni ho iniziato l’avviamento professionale a Firenze, dove abitavo: la mattina la scuola come tutti, il pomeriggio le lezioni di Danza, la sera e la notte lo studio… anni durissimi che non ho mai rimpianto. A 17 anni ho avuto il mio primo contratto come Tersicorea/ballerina professionista. Ero contenta e preoccupata.
La cosa più bella di te?
“Faccio ancora le cose con passione”.
La cosa che ti piace meno di te invece?
“Sono un po’ melanconica e lagnosa”
Il tuo proverbio preferito
“Cascando s’impara”, ce lo dicevano a danza se non avevamo coraggio a compiere movimenti difficili. Anche nella vita, credo che sia una buona verità.
Allora, buona danza per sabato, Simonetta!
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