Buonapace ci immergerà nella poesia di Antonia Pozzi

Nicoletta Buonapace ci immergerà nella poesia di Antonia Pozzi. Inoltre, commenteremo insieme il corto di Marina Spada dedicato alla grande poetessa: “Poesia che mi guardi”.

Nata nel 1960 a Livorno, Nicoletta Buonapace, vive e lavora a Milano, dove si occupa di scrittura e politica delle donne all’interno della Libera Università delle Donne. S’impegna in contesti a orientamento sessuale e di genere specifici, per la costruzione di una cultura del rispetto e della valorizzazione di tutte le diversità. Suoi versi, riflessioni e racconti, sono presenti in antologie e riviste. Ha pubblicato una silloge di poesie, “Icara” con Castalia Edizioni, e un poemetto “Come l’ombra di una nuvola“, Quaderni della Fondazione Sandro Penna. La sua ultima raccolta di poesie è “D’ora in ora” per la collana “Gocce nel mare” diretta da Laura Visconti, edizioni Erasmo.

Antonia Pozzi,  una delle poche grandi voci poetiche femminili del primo Novecento italiano, eppure la sua figura è rimasta per molto tempo in attesa di un risarcimento, almeno per quanto riguarda la verità della sua ricerca umana, del suo sentire, del suo tormentato rapporto tra il suo mondo interiore e la realtà.

Tutta la forza, ma anche il dolore e la ricerca di una dimensione metafisica che nutre sempre la verità delle sue “parole” è rimasta per anni legata ad un solo libro di poesie, Parole, pubblicato postumo dal padre, dopo il suicidio di Antonia, in una fredda giornata dell’inverno del 1938, nei prati vicino all’abbazia di Chiaravalle e in un’edizione che, pur essendo stata elogiata nientemeno che da Montale e accolta con grande favore dalla critica, in qualche modo “tradiva” il pensiero della poetessa, con tagli e omissioni, là dove il riferimento non era consono alla memoria che si voleva costruire per la figlia.

È stato un equivoco durato per molti decenni, fino a quando, grazie al lavoro preciso e puntuale di una suora, Onorina Dino, la verità su Antonia Pozzi è stata fatta conoscere integralmente, grazie alla creazione dell’Archivio dedicato alla poetessa.
Dopo trent’anni di studi filologici e di ricerca tra le carte della Pozzi ecco che possiamo avere il corpus completo dei suoi scritti, da tutte le poesie ai diari, all’epistolario, fino alla tesi di laurea e alle fotografie che rappresentano per Antonia Pozzi un modo di “scrivere” diverso, attraverso lo sguardo e l’immagine.

Tradita più volte, la sua “verità” continua però ad emergere, anche dopo un’ “ambigua” e filologicamente poco corretta recente edizione di tutte le sue opere, fatta da Garzanti, le cui mancanze sono state “corrette” da quella che possiamo ritenere l’edizione “per eccellenza” dei suoi scritti, curata da Graziella Bernabò e da Onorina Dino, intitolata  Poesia che mi guardi , edita lo scorso anno da Luca Sossella editore, in un cofanetto che contiene anche l’apprezzatissimo documentario, con lo stesso titolo, di Marina Spada.

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