Bolgheri Melody. Arriva il musical “Siddharta”

E’ liberamente tratto dal grande classico di Herman Hesse ed ispirato al capolavoro cinematografico “Il Piccolo Budda” di Bernardo Bertolucci il musical Siddharta che debutta in Toscana sabato 3 agosto (inizio ore 21.00. Biglietti da 25 a 65 euro) sul palcoscenico dell’Arena Mario Incisa Della Rocchetta a San Guido di Bolgheri (Li) nell’ambito di Bolgheri Melody Festival promosso con il contributo di Regione Toscana, il patrocinio del Comune di Castagneto Carducci e della Provincia di Livorno ed importanti partner e sponsor (Radio 101, Toremar, Eni, Persol, Poste Italiane, Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, Camera di Commercio di Livorno, Finmeccanica).

Riconosciuto come Opera Musicale capace della creazione e diffusione di Valori tra gli uomini, il Musical Siddharta mette in scena la storia del Principe Siddharta (Giorgio Adamo) che si incammina, lasciando il proprio castello dorato, sulla strada della scoperta della vera essenza della vita e le ragioni della sofferenza, fino a raggiungimento dell’illuminazione interiore, che permette di vivere una vita lunga e realizzata, in cui anche il dolore viene trasformato in saggezza e felicità. Scenografie spettacolari e grandiose, balletti acrobatici, musiche suggestive e spiritualità buddista sono gli ingredienti di questo musical che ha già conquistato il pubblico di Milano e di Roma e che per la prima volta viene portato in scena in un teatro all’aperto. Un grande cast di cantanti e ballerini darà vita alle quattro sofferenze, alle gioie dell’amore, alle emozioni intense della ricerca interiore. Romanzato dalla cantautrice e regista IsaBeau le musiche originali che ci riportano nell’India antica sono di Fabio Codega e Isabella Biffi con la collaborazione di Beppe Carletti de “I Nomadi”. Una forte impronta spirituale, quasi un percorso verso la ricerca della felicità, il musical ha l’importante obiettivo di trasferire al pubblico il senso profondo del vivere, dell’occupandosi gli uni degli altri, in comunità di spirito, illuminati dalla luce dell’amore. “Si può rendere migliore il mondo in cui si vive iniziando a rendere migliore il cuore con cui si vive: li può rendere migliore il mondo in cui si vive iniziando a rendere migliore il cuore con cui si vive: la grande valenza di questa realizzazione artistica è veicolare un profondo messaggio spirituale, particolarmente attuale in quest’epoca di profonda crisi di valori” recita il messaggio spirituale del musical. Non uno spettacolo per pochi eletti, tutto il contrario, uno spettacolo per tutti, famiglie al completo.

BIGLIETTI.

I biglietti possono essere acquistati online sul circuito www.ticketone.it e nei punti vendita ticketone, boxoffice e bookingshow. Il botteghino del Festival (Via Aurelia 32/D – Donoratico LI) è aperto dal Lunedì al Venerdì nel seguente orario: mattina dalle ore 10 alle ore 12 ed il pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18. Per informazioni su prezzi, orari, convenzioni e sconti contattare il numero cortesia al 347-7210472 oppure scrivere a [email protected].

Il programma potrebbe subire delle variazioni. Protagonisti, informazioni ed aggiornamenti su www.bolgherimelodyfestival.it.


Primo atto

Introdotto dal racconto del Siddharta Narrante (Paolo Scheriani), la storia si apre (Siddharta chi sei), con la nascita del principe Siddharta. Viene ricevuto a corte l’astrologo eremita Asita (Margò Volo), che annuncia al re Shuddodana (Paolo Gatti) e alla regina Maya (Chiara Sarcinella), che il nascituro sarà il signore del mondo, il suo redentore. Contrariato da questa rivelazione, il re controbatte che sarà soprattutto un grande re (Un’anima pura), invitando alla fine la regina a ballare. Maya sta male e abbandona la festa seguita dal canto disperato (Una nuova stella), del fedele servitore Ishan (Daniele Arceri), preso in giro dagli altri cortigiani. Maya, in punto di morte, chiede alla sorella Amita (Roberta Serrati), di prendersi cura del piccolo Siddharta (Favola). Passano gli anni. Il re annuncia ai suoi sudditi l’arrivo del figlio adolescente Siddharta (Giorgio Adamo).

L’ingresso è regale e trionfante e avviene durante giochi di corte in cui la forza dello stesso Siddharta viene messa in evidenza. Tra i cortigiani c’è anche l’amico fraterno Govinda (Michelangelo Nari) a cui Siddharta confida di vivere da qualche tempo un certo malessere, come se fosse alla ricerca di qualcosa che vada oltre la vita di corte, il suo stato di futuro re. Govinda lo schernisce non capendo e gli annuncia che gli organizzerà una festa nel castello d’estate, durante la quale, per tirarlo su di morale, gli farà ascoltare qualcosa che lui non ha ancora sentito. Siddharta, solenne, accetta, ma dentro di sé rimugina nei suoi pensieri, nel suo desiderio di trovare una tranquillità interiore (Cerco).

La festa è in pieno svolgimento (Buddha Bar). Danzatrici, acrobati allietano Siddharta e la sua sposa Yashodara (Benedetta Imperatore), da cui aspetta un figlio. La dolce melodia lo attrae, gli evoca posti a lui non conosciuti. Confida a Yashodara il desiderio di partire. Yashodara capisce che lo ha già perso e lo allontana (Vai). Al termine della festa Siddharta incontra Nisha (Margò Volo), la cantatrice venuta da lontano a cui chiede cosa c’è oltre le mura del castello. Titubante Nisha gli racconta che c’è bellezza ma anche sofferenza. Siddharta intima a Nisha di parlargli di quelle sofferenze. Viene così a conoscenza del dolore, della malattia e della morte che colpisce tutti, anche lui che è principe. Siddharta si rende disperatamente conto (Dei del cielo) che il padre gli ha mentito sulla realtà della vita e lo affronta in un colloquio drammatico (Oh cielo!) nel quale gli chiede disperatamente di lasciarlo andare, di fargli scoprire cosa c’è al di fuori del castello, intenzionato a cercare un perché agli avvenimenti della vita. Il padre per fermarlo ordina ai sudditi di non farlo uscire, ma Siddharta gli grida che non cederà fino a quando non lo lascerà andare via (Prigione). Intercede per lui la matrigna Amita, facendo notare al re che Siddharta con la mente è già partito, che non è più con loro e che per il rispetto che il figlio ha sempre avuto nei confronti del padre lo esorta a farlo partire (Libertà). Il re comprende e cede mettendo nelle mani della vita il figlio Siddharta (Vita).

Secondo atto

Sempre Siddharta narrante introduce il secondo atto. Sono trascorsi tre anni dalla partenza di Siddharta, tre anni in cui il giovane, spogliatosi delle vesti di principe, ha seguito gli insegnamenti dei samana (mendicanti che abbandonano famiglia e beni per mendicare, credendo che la via della privazione, del digiuno fosse quella giusta per uscire dal ciclo delle reincarnazioni e per elevarsi spiritualmente). Con lui l’amico Govinda che segue Siddharta venerandolo (Il Venerato). Govinda gli racconta di un santone, un venerato molto seguito, Gotama e gli chiede di andare con lui a conoscerlo. Con malavoglia, stanco degli insegnamenti dei saggi, Siddharta lascia la foresta con Govinda per raggiungere la città di Jetavana ( Jetavana) dove incontrano il santone Gotama (Renato Capalbo) (Gotama) e il suo seguito. Govinda con sofferenza lascia Siddharta per unirsi al gruppo di Gotama, non prima che Siddharta abbia un colloquio con Gotama a cui esprime le sue perplessità sulla sua dottrina. Solo Siddharta, disegnando un mandala (il mandala rappresenta il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro: attraverso un articolato simbolismo consente un viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Una volta trovata l’illuminazione il mandala viene cancellato) ha la prima illuminazione (Il risveglio) “Tutto è intorno a me e dentro di me”. Si trova così in riva a un fiume dove chiede al barcaiolo Vasudeva (Gaetano Caruso) di traghettarlo dall’altra parte. Nel mentre sopraggiunge un gruppo di cortigiani che scortano una donna bellissima, Kamala (Katy Desario). Siddharta chiede a Vasudeva chi è quella fanciulla e Vasudeva gli risponde che non è cosa per lui, abituata ai lussi dei suoi amanti e non ai poveri panni di un samana. Siddharta non si dà per vinto, la raggiunge e si presenta al suo cospetto. Kamala incuriosita lo riceve, chiedendosi cosa mai vorrà da lei un samana. Siddharta le chiede di insegnare a lui l’arte dell’amore. Kamala lo schernisce dicendogli che non potrà mai avere niente da lei, abituata a corteggiatori ricchi.

Gli chiede cosa le può offrire e Siddharta risponde che sa pensare aspettare e digiunare. Al diniego della ragazza aggiunge che sa comporre versi e lei lo invita a comporne uno per lei al fine del quale, se lo apprezzerà gli donerà un bacio (Semplicemente Amore).

Kamala si innamora di Siddharta, e sapendo dallo stesso che sa leggere e scrivere, per poterlo legare a sé e farlo diventare ricco, lo introduce al facoltoso Kamaswami (Paolo Gatti). Il mercante lo prende a lavorare con lui e lo accoglie nella sua casa. Siddharta diventa molto ricco ottenendo l’amore di Kamala (Kamala). Trascorrono dieci anni. Siddharta ha provato tutti i piaceri della vita, ma stanco di tutto questo abbandona Kamala che lo accusa di non amarla e mentre lui è già lontano confessa di aspettare un figlio da lui (Rose di Spine). Siddharta si ritrova sulla riva del fiume e incontra di nuovo il barcaiolo Vasudeva che lo riconosce e

lo accoglie nella sua capanna (Nel lago), dividendo con lui gli anni che seguiranno, tra confidenze e riflessioni. Un giorno scorgono un gruppo di seguaci di Gotama che stanno raggiungendo il santone in punto di morte. Tra questi vi è anche Kamala seguita dal recalcitrante figlio Siddharta (Michela Plos). Nel rincorrerlo Kamala è morsa da un serpente. Mandando il figlio a cercare aiuto ritrova l’amato Siddharta al quale, in punto di morte (La morte di Kamala) gli affida il loro figlio. Siddharta accoglie con amore il figlio (Mia Anima) che non riconosce in questo sconosciuto il padre e fugge da lui. Siddharta vorrebbe raggiungerlo per proteggerlo ma viene fermato da Vasudeva che lo convince a lasciarlo andare come suo padre, soffrendo fece con lui (Legge Karmica). Vasudeva annuncia poi a Siddharta che sta per abbandonare il fiume, sentendosi vecchio e stanco e gli affida il fiume e la sua barca. Passano gli anni. Siddharta invecchia vivendo in meditazione. Un giorno un bramino (sacerdote), gli chiede di traghettarlo. Siddharta riconosce l’amico Govinda. Govinda, anche lui invecchiato, si getta ai piedi dell’amico chiedendogli se ha trovato ciò che stava cercando, perché riconosce che lui non l’ha trovata. Siddharta lo invita a non cercare più e a imparare l’amore e a insegnarlo agli altri (L’amore vincerà). Avendo trovato l’illuminazione, Siddharta ora potrà cancellare il mandala.

 

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