Alle 18 apre la mostra sul teatro dagli anni ’50

L'inaugurazione della mostra vedrà la partecipazione di alcuni artisti che hanno mosso i primi passi all'interno del "Grattacielo", tra i quali Emanuele Barresi, Claudio Monteleone e Laura Cini e altri che vi hanno lavorato come Ilaria Magonzi. Le performance saranno replicate nell'apertura straordinaria di domenica 4 ottobre

Alla Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi” di Villa Fabbricotti inaugurazione, sabato 3 ottobre alle 18.00 della mostra “BLS Beppe La Salvia- Il Grattacielo e altre storie”. La mostra presenta una selezione di documenti (manoscritti, dattiloscritti, fotografie, filmati, depliant e volumi) che costituiscono il Fondo Beppe La Salvia, recentemente donato dalla erede al Comune di Livorno. Conservato e catalogato presso la Biblioteca “F.D.Guerrazzi” con sede nella Villa Fabbricotti, il Fondo riunisce il materiale relativo al teatro, al cinema e alla musica, classica, lirica e d’autore, raccolto da Beppe La Salvia durante tutta la sua vita.
Fotografo e regista teatrale (1944-2013) è stato prima testimone e poi tra i fautori di un intenso e significativo periodo della cultura della città, quello che ha visto svolgersi l’attività teatrale del Centro Artistico “Il Grattacielo” dai primi anni Sessanta agli inizi del XIX secolo, con una breve parentesi a “Spazioteatro”.
Il Centro Artistico fu ideato da Padre Egidio Guidobaldi alla fine degli anni Cinquanta come estensione culturale dell’attività dell’Istituto gesuita S.Francesco Saverio. Dalla sede della scuola di Via del Platano si spostò nei nuovi locali dell’edificio di Piazza Attias che per l’altezza fu soprannominato “Grattacielo” e così dette il nome al Centro Artistico. Oltre a un teatro con palcoscenico all’avanguardia, il Centro disponeva di una sala conferenze e di una galleria per le mostre. Successivamente gli spazi furono ampliati con l’aggiunta della terrazza al tredicesimo piano.
Grazie alle capacità progettuali e organizzative nonché ai contatti del gesuita il Centro divenne presto il luogo di riferimento della cultura della città, spesso in contrapposizione alla “Casa della Cultura”.
Padre Guidobaldi fu un uomo di chiesa illuminato: agì guidato dall’idea di elevare gli spiriti delle persone attraverso la conoscenza, e con lo scopo di sprovincializzare l’ambiente artistico livornese attraverso il confronto con le esperienze contemporanee nazionali e internazionali.
Nel periodo compreso tra il 1957 e il 1964 fece convergere a Livorno personalità come Giuseppe Ungaretti, Orazio Costa, Fortunato Bellonzi, Mario Verdone, un giovanissimo Andrea Camilleri e molti altri intellettuali. Presso il “Grattacielo” si svolsero mostre di pittura contemporanea nazionale e internazionale, convegni, conferenze, proiezioni di film e lezioni di cinema, corsi di teatro e infine intense stagioni teatrali prodotte dalla compagnia interna, il “Piccolo Teatro Città di Livorno”, con la partecipazione di registi e attori professionisti, come Aldo Maltinti, Giorgio De Giorgi, Guido Paolo Marziali.
I giovani che come Beppe La Salvia si formarono alla scuola di recitazione del Centro e mossero lì i primi passi, negli anni Sessanta e Settanta, vissero in prima persona un momento d’oro della cultura nazionale e a loro volta operarono nella città e fuori creando compagnie teatrali o divenendo attori e professionisti dello spettacolo. Quando Padre Guidobaldi venne trasferito in altra sede le attività del Centro tornarono in Via del Platano, che aveva al suo interno un teatro liberty di circa 180 posti.
Sotto la supervisione di Padre Valentino Davanzati le attività culturali sono proseguite per oltre trent’anni con presenze divenute celebri quali quelle di Roberto Benigni, Franco Molè e la compagnia Alla Ringhiera, Marco Messeri, Lucia e Paolo Poli e molti altri; sempre sulla base dei principi ispirati da Padre Guidobaldi, l’obbiettivo è stato quello di proporre una offerta culturale diversa, costituita dal teatro sperimentale e dal cinema contemporaneo di tutto il mondo. Da allora, generazioni di livornesi sono entrate in quella sala e hanno frequentato il centro. Non è semplice raccontare questa storia in una mostra. Il materiale del Fondo non copre in maniera perfetta ogni aspetto dell’argomento. Esso è stato raccolto negli anni senza una intenzione scientifica, ma esclusivamente per l’amore e per il rispetto verso quel mondo fatto di emozioni, di condivisioni e di continue scoperte.
Si è cercato quindi di approfondire alcuni argomenti e di ricreare delle suggestioni che possano solleticare la memoria di chi c’era o ci è passato e incuriosire chi non era ancora nato.
E’ un inizio. Il Fondo Beppe La Salvia è stato creato perché chi lo desidera possa studiare, approfondire e analizzare i volumi, i copioni, le fotografie ecc.. e successivamente fare nuovi collegamenti e elaborare nuovi pensieri.

La mostra è a cura di Valentina La Salvia. L’allestimento della mostra è a cura di Laura Ganzinelli.
La mostra è promossa del Comune di Livorno e realizzata dalla Cooperativa Itinera.

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