Ancora sette giorni di “Premio Lynx”. Intervista ai curatori

Ultima settimana per visitare, nella Sala degli Archi di Fortezza Nuova, la terza esposizione dei finalisti del Premio internazionale di Arte Contemporanea Lynx 2015.
L’esposizione importata a Livorno dalla città di Trieste, e curata da Enea Chersicola e Riccardo Tripodi e promossa dall’Associazione Culturale “Il Sestante” (Trieste), sta riscuotendo un gran successo con numerosi visitatori che ogni giorno varcano il cancello della Fortezza Nuova: il Premio Lynx infatti offre opere di lingue e culture diverse di artisti provenienti da trenta nazioni diverse
L’intenso dialogo tra le realtà pubbliche e private nella città toscana ha reso possibile la collaborazione tra l’Associazione “Il Sestante” e il curatore Alessandro Paron che ha ideato e collaborato alla realizzazione dell’esposizione nella città labronica. L’iniziativa è il momento di apertura dell’edizione 2016 del progetto “Di Terra e di Mare. Livorno in Fotografia” che, unico nel panorama italiano, abbraccia un periodo di circa otto mesi dedicati a mostre, workshop, lettura portfolio, incontri con l’autore.
La redazione di Quilivorno ha incontrato i due giovani organizzatori del Premio Lynx: Enea Cherchisola e Riccardo Tripodi.
Lei dove vive?
Enea: La maggior parte dell’anno a Trieste.
Riccardo: Sono nato, felice, a Reggio Calabria e da otto anni vivo, felice, a Trieste.

Anno di nascita?
Enea: 1986
Riccardo: 1976
La sua formazione artistica?
Enea: Sono figlio di un pittore (Franco Chersicola). La mia formazione è iniziata molto presto, a 9 anni ero appassionato del periodo blu di Picasso, a 12 di Francis Bacon e a 13 ho conosciuto Basquiat che mi ha introdotto al fare pittura. A 16 anni la pittura era il mio lavoro e a 17 anni ho abbandonato Trieste e il liceo classico per una breve esperienza al liceo artistico di Venezia. Qui sono rimasto a vivere per 7 anni e in questi anni ho lavorato con artisti che ai miei figli racconterò come degli eroi, primo fra tutti Giuseppe Zigaina. Ho fatto un percorso di studi in Filosofia fino a che ho conosciuto l’antropologia. Qui inizia la mia formazione in qualità di divulgatore delle arti visive. Grazie al contributo di un prezioso insegnante Gianluca Ligi (antropologo) ho approcciato tutto ciò che conoscevo del mondo dell’arte con uno sguardo diverso. L’antropologia mi ha insegnato ad osservare il mondo da innumerevoli punti di vista e forse è da questo momento che è iniziato un percorso artistico di ricerca quasi scientifica. Assieme al percorso creativo ho iniziato anche a sperimentare nuovi modi di intercettare il pubblico. Da questo percorso è nato il progetto Be Art Builder che oggi è uno dei premi in palio al premio Lynx.
Riccardo: E’ una passione. Parlare di “formazione” sarebbe poco corretto rispetto a quanti hanno dedicato tutta una vita agli studi dell’arte. E’ partito tutto da mio zio, Renato, che oltre ad essere un artista ha avuto l’idea spinta dalla passione, verso la fine degli anni ’80, di aprire (e poi chiudere) una galleria d’arte a Reggio Calabria ed io ne rimasi completamente affascinato. Iniziò tutto da lì, da quella moquette nera e dalle opere di Andy Warhol alle pareti. Io studio molto per conto mio, faccio anche tanta confusione perché frammento per poi ricomporre.

Passione artistica e lavoro coincidono?
Enea: La mia professionalità si divide in due principali ruoli: di giorno curatore, di notte pittore. La pittura è la mia passione più profonda e la colonna portante della mia vita lavorativa, ma non c’è una mia opera che mi abbia mai pienamente convinto. Ho molta riconoscenza per i collezionisti che mi hanno sostenuto, ma in verità non li ho mai capiti. Sono invece entusiasta di molteplici artisti che ho conosciuto nel mio percorso professionale da curatore e talvolta ne sono diventato anche collezionista. Detto questo però è impossibile pensare al mondo dell’arte come ad un unico contenitore dove inserire tutto ciò che ha a che fare con le arti visive. La mia passione più profonda si rivolge a temi del fare creativo che non essendo sotto le luci dei riflettori non danno la possibilità di essere considerati una professione. Mi riferisco ad esempio ad un lungo percorso di ricerca che ho fatto e continuo a fare nell’ambito dell’arte come cura. Non dell’arte terapia, non sono un arte terapeuta. Ho avuto la fortuna di lavorare in equipe insieme a psicologi e sociologi con persone e ragazzi di tutte le età,, abbiamo prodotto molto materiale. Sono sempre rimasto impressionato nel osservare quanto potere abbia il “fare pittura” nel far emergere in un soggetto l’autocoscienza di un punto di origine. La matita dà il potere di mostrare il proprio punto di vista, evidenzia il fatto che noi siamo un punto di origine. Scoprire che con una “matita” si possa dare forma al mondo è un esperienza travolgente. Questa è la mia passione: l’autocoscienza creativa.
Riccardo: Magari. C’è sempre stata una netta distinzione fra la mia vita lavorativa e la mia passione artistica. Cerco di impormi più tempo possibile verso l’organizzazione di eventi artistici oltre al tempo che passo a seguire il Premio Lynx ma già quest’ultimo mi assorbe tutte le risorse. Io ed Enea (Chersicola) abbiamo una giornata lunga 40 ore perchè, non so come, riusciamo a fare i nostri lavori personali e a vederci quotidianamente per fare il punto sul Lynx oltre ad avere una vita privata (separata fortunatamente) molto intensa.

L’arte contemporanea può essere davvero capita?
Enea: L’arte contemporanea non deve essere capita! Ma non solo quella contemporanea, tutta! Capire è un gesto orribile! Ha la stessa radice della parola cappio. Mi sembra così truce l’immagine di un’opera catturata al lazo. In lingua balinese esiste una parola, “keneh”, che indica una percezione che sta a metà tra il pensare e il sentire, tra la mente e la pancia; in italiano viene tradotta come risonanza. Questo è, a mio avviso un buon atteggiamento davanti ad un’opera d’arte contemporanea, cercarne la risonanza. E chi può cerchi di raccontarla la sua esperienza di risonanza.
Riccardo: Bella domanda. L’arte contemporanea va vissuta. Ci si dovrebbe imporre di visitare più gallerie, più laboratori d’arte, più musei. Aggiungo anche che leggere (o anche guardare) tre o quattro riviste internazionali ogni mese sull’argomento aiuta a vivere questo particolare momento artistico da spettatore interessato e non da spettatore catapultato.

Ci segnali un buon sito di fotografia.
Enea: Non sono in grado di riconoscere un buon sito, ma ve ne posso indicare uno di un grande fotografo: Giles Clarke. www.gilesnclarke.com
Riccardo: Sicuramente witnessjournal.com lo consiglio caldamente perché il primo mensile italiano di fotogiornalismo. Qui possiamo percepire uno “spaccato” della quotidianità in cui viviamo e che spesso non riusciamo a percepire. Immagini da tutto il mondo per capirlo ed abbracciarlo.

Cosa ha ispirato il titolo del Premio?
Enea: L’associazione è nata con il nome “Il Sestante” poiché ci si rendeva conto di muoversi nel buio più fitto seguendo solo qualche flebile stella. Il premio prende il nome della costellazione della Lince perché è molto difficile osservarla ad occhio nudo. Quelle sono le stelle che cerchiamo: quelle poco luminose perché nascoste dalla luce delle più grandi.
Riccardo: Tutto è partito dal nome dell’associazione culturale (Il Sestante) che è uno strumento utilizzato per misurare l’angolo di elevazione di un oggetto celeste sopra l’orizzonte. Quindi abbiamo cercato qualcosa che potesse avere un nesso fra la volta celeste osservata con il sestante ed un premio d’arte. Ci è venuta in mente la Costellazione della Lince (in latino Lynx) la quale porta questo nome perché è molto difficile scorgerla nel cielo essendo poco luminosa e ci siamo posti una domanda: quanto è difficile scorgere i vincitori giusti in concorso d’arte? Quanto scorgere la costellazione della Lince!

Com’è finito il Premio Lynx a Livorno?
Enea: Grazie ad un’amicizia nata in una fiera d’arte contemporanea con Alessandro Paron che è una fucina di stimoli. Tramite Alessandro ho avuto modo di conoscere il fermento delle attività artistiche Livornesi, che come in ogni città, non vengono percepite dalla cittadinanza locale. Livorno è una città ricca di veri artisti e con loro vogliamo dialogare.
Riccardo: Devo dare il merito ad Enea. Un incontro con Alessandro Paron, che a Livorno ha uno studio fotografico-galleria-stamperia, con il quale sono entrati subito in sintonia. Enea gli ha parlato dell’intenzione che avevamo di organizzare un premio d’arte internazionale a Trieste e Alessandro gli ha subito detto: “perchè non lo fate anche a Livorno?”. Mi sono fidato della sensazione positiva che ha avuto Enea nei confronti di questa nuova conoscenza ed ho apprezzato anch’io la scelta di Livorno perchè, pur non avendola mai potuta visitare, mi aveva da sempre incuriosito.

Con quale spirito dobbiamo visitare la mostra?
Enea: Curioso e umile. Le opere parlano a chi le ascolta, altrimenti sono tele appese ai muri. A ciascuno molte rimarranno indifferenti, ma basta dialogare anche solo con una per migliorare la propria giornata e forse qualcosa di più.
Riccardo: Con la solita curiosità. George RR Martin (tanto per restare fra i contemporanei è il creatore di Game of Thrones) ha scritto: “Perché quando un uomo costruisce un muro, l’uomo accanto ha subito bisogno di sapere cosa c’è dall’altra parte?” Deduco quindi è la curiosità di vedere cosa c’è dall’altra parte del muro che fa muovere la nostra sete di sapere. La mostra dei finalisti del Premio Lynx vuole essere una piccola fessura nel muro che separa universi artistici distanti fra loro. In questa edizione ci sono in esposizione circa 60 opere di tre categorie (nella prossima saranno 80 in quattro categorie), provengono da diverse nazioni e ognuna di esse può catturare sensazioni positive o negative, ma dubitiamo che lascino il visitatore indifferente. Il Lynx non assomiglia ad altri concorsi perché il lavoro dietro le quinte è molto diverso dalla consuetudine, chi arriva in finale sente la differenza.

Che cosa spera che il visitatore trovi nell’esposizione in Fortezza Nuova?
Enea: Ogni opera è una prospettiva sul mondo, è un punto di vista. Se, come dicevo prima, si riesce ad entrare in risonanza con l’opera questa ci mostrerà un riflesso di mondo che prima ci era sconosciuto. Sono sempre riflessi del nostro mondo, del nostro cosmo, quel cosmo che siamo. Ogni opera parla di noi stessi con una prospettiva differente. Spero che il visitatore nella mostra trovi dei frammenti di sé.
Riccardo: Perdonatemi se non utilizzo parole mie ma la risposta è in questa citazione: “Se leggi di nascosto il diario di qualcun altro, avrai ciò che ti meriti” (David Sedaris, umorista)

Cosa ha trovato a Livorno, in tre parole
Enea: Accoglienza, entusiasmo, “deh”!
Riccardo: Di getto mi viene subito il “5 e 5”! Ma per restare sul tema della mostra e dell’accoglienza avuta anche da parte delle Istituzioni posso dire: competenza, organizzazione, idee!

E adesso: il prossimo progetto?
Enea: Mentre rispondo a queste domande a Trieste è l’una della notte, ho appena finito di imballare le opere per Affordable Art Fair Milano. Tra quattro ore parto per il Superstudio Più di via Tortona. Si inaugura tra due giorni. Ma ovviamente dal 22 marzo tutte le risorse sono dedicate al premio Lynx 2016.
Riccardo: Intanto il Lynx non si ferma mai, quindi informiamo gli interessati che la seconda edizione è già partita e ci sono delle novità importanti. Poi, fra pochi giorni si terrà la fiera Affordable Art a Milano dove saremo 9 artisti nello stand “Il Sestante”. Dico “saremo” perchè io ed Enea oltre che curatori di premi e rassegne d’arte siamo soprattutto artisti e proporremo al pubblico esigente di Milano i lavori nostri e degli altri compagni di viaggio. Passate a trovarci.

L’elenco degli artisti, delle opere vincitrici e dei premi assegnati dal Premio Lynx è disponibile sul sito web ufficiale www.premiolynx.com. Il catalogo, realizzato da Franco Rosso editore è disponibile presso la Sala degli Archi o tramite richiesta all’indirizzo [email protected].
La mostra in Fortezza Nuova sarà visitabile fino a domenica 20 marzo.
www.premolynx.com

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