Al Goldoni il concerto n.4 di Beethoven

Spazio alla grande musica al Teatro Goldoni con due capolavori assoluti del repertorio classico quali il Concerto per pianoforte ed orchestra op.58 di Ludwig van Beethoven e la Serenata n.1 op.11  Johannes Brahms ed un’affascinante incursione nelle composizioni del XX secolo con il “Canto della ronda degli spiriti” di Ferruccio Busoni, ispirato alle melodie degli indiani d’America: è quanto promette il prossimo appuntamento della Stagione Concerti atteso per venerdì 27 febbraio, alle ore 21.

Protagonisti della serata il direttore argentino di origini italiane Emilio Pomarico sul podio dell’esperta Orchestra della Toscana, già alla guida di numerose orchestre sinfoniche italiane di prim’ordine, tra cui quelle della Scala di Milano, della Fenice di Venezia ed in gran parte d’Europa, in prestigiose manifestazioni quali il Festival Internazionale di Edimburgo, il Festival d’Automne di Parigi, la Biennale di Venezia e il Salzburger Festspiele; nella veste di solista nel concerto di Beethoven, il pianista italo-francese Roger Muraro, artista dotato di tecnica straordinaria e maestria interpretativa (premi “Cajkovskij” e Liszt), ospite delle orchestre nelle grandi capitali europee e con direttori del calibro di Zubin Mehta e Seiji Ozawa.

Saranno proprio la fantasia ed il rigore di Muraro a portare ancora una volta alla luce le atmosfere, i colori, il romanticismo e le atmosfere sonore della celebre opera beethoveniana, il cui tono generale è quello di una delicata ed intima felicità ed il cui tempo lento ha evocato, secondo una tradizione risalente all’autore stesso, l’immagine di Orfeo che raggiunge l’amata Euridice nell’Ade per riportarla in vita. Un’evocazione che si percepirà all’ascolto nella contrapposizione dei mansueti soliloqui del piano, raffigurazione di Orfeo, agli accigliati interventi orchestrali che a poco a poco si placano.

La serata sarà aperta dal “Canto” Gesang vom Reigen der Geister, una delle pagine più raffinate prodotte dal musicista toscano Ferruccio Busoni, un interessante studio concepito per un organico orchestrale estremamente raccolto (sei fiati, archi e timpani) dove le nostalgiche melodie dei nativi americani vengono sottoposte ad una continua elaborazione, senza mai cadere nel semplice folclore.

Nella seconda parte del concerto, sarà eseguita la Serenata op.11, composta dal giovane Brahms tra il 1858 e il 1860, che colpisce per la capacità che ebbe di assimilare numerosi modelli dai grandi autori (Haydn, Beethoven, Schubert) fondendoli in una sintesi già assolutamente personale per il suono orchestrale, i temi e soprattutto l’armonia.
Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) dal martedì al sabato con orario 17-20; prezzi (formula Auditorium): ragazzi dai 6 ai 16 anni (con genitore) € 7, giovani dai 16 ai 30 anni € 12, platea Fedeltà/Coop € 20, intero € 23.

Tutte le informazioni sul concerto su www.goldoniteatro.it

 

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