Agostini, sound designer racconta “Magnificent”

di Sandra Mazzinghi

Ha partecipato anche un livornese all’evento “Magnificent”, inaugurato venerdì scorso nella Sala D’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. L’evento potremmo definirlo come un documentario. Oppure un film. Sicuramente “Magnificent” narra la Firenze del Rinascimento attraverso un’opera digitale ideata e curata da Felice Limosani e raccontata con la voce del Maestro Andrea Bocelli.
La proiezione include racconti ad intervalli di 30 minuti sulle principali opere espressive e scultoree del Rinascimento elaborate con tecniche digitali, in una successione di episodi e aneddoti realmente accaduti, rappresentati simbolicamente in una trama che lascia spazio alla riflessione, con un messaggio di grande attualità: la magnificenza dell’uomo.
Il visitatore si immerge in un’esperienza dall’alto impatto visivo avvincente grazie alla meraviglia delle proiezioni, alla descrizione di Andrea Bocelli, che ha prestato la sua voce, e alla colonna sonora spazializzata.
A questo progetto ha lavorato il labronico Luigi Agostini, che noi di Quilivorno.it abbiamo contattato, per capire meglio in cosa consiste questo progetto.
Luigi, hai lavorato all’installazione “Magnificent” a Palazzo Vecchio, come sei finito in questo progetto?
Sono stato contattato dal compositore della colonna sonora, Enrico Ascoli, per realizzare la spazializzazione e il sound design dell’installazione.
Spiega subito ai nostri lettori, in altre parole, che cosa sono gli algoritmi 3D per l’audio surround…
Sono dei calcoli matematici utilizzati per modificare il suono mono o stereo e renderlo simile a quello che ascoltiamo ogni giorno. Non ci facciamo mai caso, ma in condizioni standard quello che ascoltiamo è sempre audio 3D, una persona che parla, il rumore di una macchina, giungono ai nostri orecchi da piùdirezioni con altezze e angolazioni diverse..
E “spazializzare” cosa significa?
Significa rendere i suoni più “veri”, naturali, restituendo loro una posizione spaziale nel campo sonoro che ascoltiamo.
Che cosa ha detto il grande Andrea Bocelli di questo progetto?
Ha aderito con entusiasmo e professionalità, Andrea è rimasto in fondo il bravo ragazzo che faceva piano bar ai miei tempi e con il quale ho avuto il piacere di suonare e scambiare le serate (avevamo lo stesso impresario) e che veniva nel mio studio a Livorno per masterizzare dei CD negli anni 90… una gran bella persona.
“L’incredibile storia della bellezza che ha rivoluzionato il mondo” è il sottotitolo di “Magnificent”. È un sottotitolo impegnativo non trovi?
No, perché non si riferisce al nostro lavoro, ma agli avvenimenti realmente accaduti in Toscana in passato. Credo che sia la definizione esatta di quello che la storia ci racconta a proposito della vita e delle opere di artisti come il Brunelleschi o Donatello; hanno veramente cambiato il mondo e noi stiamo umilmente cercando di raccontare una sintesi dell’accaduto in soli venti minuti, un impresa praticamente impossibile. Speriamo perlomeno di riuscire a far conoscere il loro nome e le loro opere alle nuove generazioni che spesso li ignorano in modo imperdonabile.
Che cosa ti aspetti da questa immersione di suoni e video?
Che il pubblico si diverta imparando o riscoprendo allo stesso tempo dei contenuti culturali importanti e formativi. La bellezza arricchisce lo spirito e la mente, come confermano le recenti scoperte dell’Università di Parma sull’attività dei nostri neuroni-specchio.
A Livorno pensi potresti trasferirla?
Potrebbe essere realizzato qualcosa di simile. Ovviamente Palazzo Vecchio è unico al mondo, così come potrebbe essere però anche la nuova installazione, se incentrata sulla storia di Livorno e sull’ipotetico luogo che la dovrebbe ospitare. In passato ho presentato alcuni progetti per la Fortezza Vecchia all’Autorità Portuale, su loro richiesta, ma non è mai stato possibile reperire il budget necessario per l’allestimento, a quanto pare, neanche per una versione ridotta.
Che cosa ti ha portato a questa professione? O questa è solo una tua passione?
Le due cose per me coincidono, ho sempre avuto una passione, un bisogno viscerale di cambiare i suoni intorno a me a livello estetico, e dopo anni di studio e gavetta sono riuscito a farne una professione. Ma sto ancora studiando e credo che una sola vita non mi basterà di certo per imparare e fare tutto quello che vorrei…
Tu sei un musicista, compositore e autore… Ma dentro di te cosa senti di essere di più?
Un sognatore, purtroppo.
Sei nato a Livorno e vivi qui?
Da cinquant’anni e quando devo allontanarmi per lavoro non vedo l’ora di tornare, nonostante tutto. Livorno è depressa, avvilita e sfiduciata, voglio fare tutto quello che posso, nel mio piccolo, per riportarla ad essere la città cosmopolita e tollerante che ospitava le undici nazioni in pace e prosperità in passato. L’unico vero volano in grado di attivare l’evoluzione è la rinascita culturale, secondo me, e voglio fare la mia parte come tutti gli altri per informare divertendo, perché la cultura è gioia e benessere, porta lavoro e consapevolezza, a dispetto di quelli che hanno affermato il contrario negli ultimi trent’anni…
Cosa ti piace di più dei livornesi?
La schiettezza e la curiosità, ma sono doti sempre più rare, i veri livornesi sono sempre meno.
La tua professione potrebbe essere insegnata nelle scuole?
Lo è già, all’estero, dove è possibile anche laurearsi. In Italia le scuole dove veramente si formano i sound designer del futuro si contano con le dita di una mano e non esiste una Laurea ufficiale in materia. Io insegno a Percorsi Musicali a Livorno e allo IITM di Roma, altre valide istituzioni si trovano a Milano e Bologna, ma provate ad andare all’ufficio di collocamento in Italia e chiedere un lavoro come sound designer…
Quali strumenti per iniziare a fare quello che fai tu. Un consiglio ai ragazzi.
La mia professione richiede lo studio dell’informatica, dell’acustica e una conoscenza di base di tutti gli strumenti musicali, elementi di psico-acustica e psicologia così come di elettronica, estetica e storia dell’arte. Basilare la sete di conoscenza, navigate quanto più potete e frequentate i forum in lingua inglese senza timore e senza voler apparire quello che non siete ancora. Cercate di acquisire una mentalità internazionale, quella dove l’aggettivo “furbo” è ancora un offesa, per intenderci, e condividete la vostra conoscenza se volete che gli altri condividano la loro con voi. Quando creo qualcosa, per farvi un esempio, la prima cosa che faccio è verificare in rete quanti altri nel mondo hanno avuto la mia stessa intuizione. Umiltà ragazzi, e voglia di lavorare, sarete già a metà dell’opera…
Un motivo per cui i lettori di Quilivorno dovrebbero venire a immergersi nei video e nelle musiche a Palazzo Vecchio?
Gli splendidi video alti 9 metri sono di Rino Tagliafierro, le musiche sono di Enrico Ascoli, e la spazializzazione e il sound design li ho realizzati con l’aiuto del mio collaboratore di sempre David Campanini. Se arrivati a questo punto dell’intervista i lettori non avranno ancora trovato un motivo valido per non perdersi questa esperienza estetica unica e forse irripetibile, probabilmente tutto quello che potrei dire adesso sarebbe inutile… “Magnificent” sarà visitabile per sei mesi, fino al mese di ottobre,per chi vuole provare di persona questo tipo di esperienza senza influenze esterne o consigli soggettivi, per sognare liberamente, una volta tanto.

 

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