Il vescovo alla festa della Madonna del Buon Rimedio

di Roberto Olivato

“Non più io, io, io. Ma noi, noi, noi!”. Con questa frase il vescovo Simone Giusti, nel corso della festa della Madonna del Buon Rimedio patrona dei padri Trinitari, ha ricordato quanto la società contemporanea sia lontana anni luce dal carisma trinitario che prevedeva per i suoi frati, anche il sacrificio della propria vita in cambio della liberazione di schiavi. Un grande esempio per tutti noi, di amore verso il prossimo.
“Dobbiamo finirla con questo relativismo etico – ha proseguito monsignor Giusti- dove per il mio egoismo, per il mio Io una madre decide pure sulla vita di suo figlio, se farlo nascere o no . Un egoismo in crescita che prevale sul bene degli altri”.
Il vescovo ha imputato all’egoismo e quindi all’appagamento esclusivo di desideri personali, anche alcuni comportamenti illeciti nella pubblica amministrazione, da parte di alcune persone e la cultura dell’individualismo è la causa, sempre secondo Giusti, della miseria, della povertà e della solitudine di cui sono vittime non più singoli individui, ma interi nuclei famigliari. L’intervento del vescovo è avvenuto alla Capitaneria nel corso di una breve cerimonia commemorativa dei Caduti in mare, ai quali la processione era dedicata ed a cui hanno partecipato i padri e le suore Trinitarie della chiesa di S.Ferdinando, guidati dal loro Ministro Provinciale Padre Gino Buccarello. Ad attendere il vescovo Giusti, il comandante la Capitaneria di Porto Contrammiraglio Arturo Faraone, con una rappresentanza di ufficiali e sottufficiali. Il corteo religioso, preceduto dall’ Associazione Nazionale Carabinieri, dalla Svs e Misericordia, è proseguito verso il moletto Elba, dove la cerimonia si è conclusa fra i canti della Corale Sarda e della banda Città di Livorno, che hanno accompagnato il lancio di fiori in memoria delle vittime del mare, alle quali il vescovo Giusti ha impartito la benedizione.

 

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