Il vescovo celebra la liturgia del Crisma: “Perdete tutto ma non il rapporto con Gesù”

di Roberto Olivato

E’ stata una delle poche volte in cui il vescovo Simone Giusti all’omelia non ha parlato a braccio, del resto la liturgia del Crisma, che ieri pomeriggio è stata celebrata in cattedrale, non lasciava spazio ad enfasi o metafore, attraverso le quali il nostro vescovo riesce a giungere alle orecchie e ai cuori delle affollate navate alle quali di solito si trova a parlare. Ieri pomeriggio no. L’omelia della liturgia del Crisma, al termine della quale è stato consacrato l’olio per l’amministrazione dei sacramenti, era principalmente rivolta al clero della diocesi. Sull’onda del nuovo corso segnato da Papa Francesco, monsignor Giusti ha ricordato ai presbiteri l’importanza della preghiera quotidiana, per ricevere la solitudine di Cristo nel Getsemani e riportando parole di Papa Francesco ha sottolineato “la vita del sacerdote deve essere finalizzata ad essere testimonianza della presenza di Dio, in uno stretto rapporto con Gesù senza il quale il sacerdote da unto diventa untuoso, sostituendo all’unto del Crisma, l’untuosità dell’idolatria, della vanità, della mondanità. La spiritualità sacerdotale si fonda sulla consapevolezza di quel dono, ricevuto nel sacramento e che ci porta a sperimentare l’amore sacerdotale come Cristo. Il Concilio- ha proseguito il vescovo- ha fissato in tre punti la vita del sacerdote: correlatività, sacramentalità e colleggialità , queste caratteristiche sono l’essenza del sacerdozio”. La chiusura dell’omelia il vescovo Simone l’ha lasciata ad un’altra frase di Papa Francesco. “Perdete tutto, non perdete il rapporto con Gesù. Questa è la nostra vittoria ! ’’ La cerimonia eucaristica, accompagnata dai canti della corale della Cattedrale, è proseguita con la benedizione del nuovo olio e gli auguri per il 50esimo di sacerdozio a don Copertino e don Luciano Musi. Presenti alla S.Messa anche una cinquantina di ragazzi prossimi alla cresima e che, nonostante l’impegnativa omelia del vescovo, non hanno dato segni d’insofferenza, forse perchè già sotto la benedizione dell’olio santo che fra qualche settimana ungerà le loro fronti.

 

 

 

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