Scoperta la statua in porto. Benedizione fra sirene e fontane d'acqua

di ROBERTO OLIVATO

E’ arrivato il 7 settembre il tanto atteso giorno dell’inaugurazione della Madonna dei Popoli, una statua alta 8 metri, che si erge all’imboccatura del porto, al molo 78, in gres cotto e pitturato commissionata allo scultore di Cascina Paolo Grigò dal vescovo Simone Giusti (“dopo che ho cercato invano – ha detto il monsignore – uno scultore livornese”).
E’ stata scoperta ieri alle 19,30 tra le tante sirene delle decine di barche di ogni stazza che hanno risposto presente all’invito dell’ex pilota del porto e attuale presidente del Propeller Club Fiorenzo Milani, le fontane d’acqua sparate al cielo dai rimorchiatori e dalle motolance dei vigili del fuoco e le musiche della banda militare dell’Accademia Navale, per festeggiare degnamente l’evento che non ha disatteso le aspettative. Madrina dell’evento la vedova di Michela Robazza, il pilota livornese morto nella tragedia di Genova del maggio scorso. Presenti alla cerimonia, caratterizzata anche da uno striscione col saluto rivolto a Papa Francesco per la visita a Livorno l’anno prossimo, oltre al creatore dell’opera lo scultore Paolo Grigò, il comandante della capitaneria ammiraglio Arturo Faraone, l’imprenditore Piero Neri, oltre ad autorità civili (sindaco, presidente della Provincia e il senatore Pd Marco Filippi) e militari.

LE CARATTERISTICHE DELLA STATUA
Il mantello di Maria, segno caratteristico dello stile e delle opere dell’artista, è decorato con frasi e lettere di persone andate per mare.  Il basamento della statua, è invece un altorilievo che riunisce tutte le religioni e tutte le culture. Un musicante starà invece a rappresentare il rispetto per chi lavora.  Per resistere alla forza del vento e a quella del salmastro che noi livornesi sappiamo essere molto forte sulla costa, è stata scelta l’argilla refrattaria, un materiale che cuoce a circa 1200/1300 °C. «La statua – spiegava Grigò in una intervista a Quilivorno.it realizzata dalla nostra giornalista Giulia Sarti – cresce dal basso verso l’alto e sarà formata alla fine da un centinaio di blocchi». La tecnica utilizzata è quella del colombino, o lucignolo: cilindri di argilla vengono sovrapposti gli uni gli altri e poi modellati a mano o con semplici attrezzi. «Una volta ultimata la statua – continua l’artista – i vari blocchi verranno smembrati e cotti per circa 12 ore in un forno costruito appositamente per l’occasione». Seguirà la colorazione e una seconda cottura per poi essere riassemblati in porto. A quel punto la statua sarà rinforzata dall’interno con barre di ferro, colate di cemento e polistirolo.

UNA MADONNA ANCHE SULLE NAVI DI D’ALESIO
Per permettere una buona partecipazione all’evento, alla stampa era stato dedicato l’imbarco su nave Gorgona, una della quattro petroliere della Compagnia D’Alesio tutte costruite nel 2010, ai cantieri Giacalone di Mazara del Vallo. La Gorgona, posizionata al molo 75 e che avrebbe dovuto muovere verso l’enorme scultura, per permettere ai cronisti di riportare le frasi delle autorità intervenute, come l’omonima isola, non si è mai mossa dal molo Mediceo, dove era ancorata. La forzata permanenza a bordo della Gorgona ci ha però permesso di conoscere meglio la nave, o più precisamente, la petroliera sulla quale eravamo stati fatti imbarcare, attraverso le parole del comandante Mirco Bruciori da quarant’anni a bordo di navi della D’Alesio : “La Gorgona è una delle quattro navi petroliere della Compagnia e tutte hanno il nome di una delle isole del nostro arcipelago, infatti oltre alla Gorgona, abbiamo Capraia, Giglio ed Elba. Con quest’ultima abbiamo partecipato al trasferimento degli idrocarburi pesanti presenti nel relitto della Concordia e parte del carburante è stato successivamente scaricato presso la Costieri D’Alesio di Livorno”. Mentre la banda della Marina Militare suonava l’inno nazionale, entrava nella plancia Nello D’Alesio che con il fratello Antonio sono i diretti discendenti di Gaetano D’Alesio fondatore del Gruppo. A sottolineare la continuità dell’impegno imprenditoriale del Gruppo erano presenti i figli Gaetano, Antonio, Mauro, Francesco e Elisa con rispettive famiglie.
Ad Antonio abbiamo chiesto la conferma di una voce che vuole, su ogni nave della D’Alesio sia installata un’immagine della Madonna. “E’ assolutamente vero. Su ogni nostra nave è presente l’immagine della Madonna di Montenero che accompagna, proteggendoli, sia i nostri equipaggi che le nostre navi, nei posti più reconditi del mondo”.
Possiamo definire la D’Alesio un fiore all’occhiello alla Livorno imprenditoriale? “Non sta a me dirlo, quello che è certo è che nella nostra città, più che ‘’imprenditori’’ esistono purtroppo molti ‘’prenditori’’ e questo, fra gli altri, è uno dei tanti motivi per cui Livorno non riesce a decollare”.
L’intervista s’interrompe improvvisamente perché le sirene delle imbarcazioni che attorniano il molo 78, dove la Madonna dei Popoli primeggia, segnalano il rito religioso della benedizione da parte di Monsignor Simone Giusti.

 

 

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