San Ferdinando si svela ai fedeli con musica e video

di Roberto Olivato

Serpeggiava un’insolita euforia ieri alle 21 all’esterno della chiesa di San Ferdinando in Venezia dove, nell’attiguo piazzale del Luogo Pio, affluivano diverse auto che cercavano parcheggio e dalle quali scendevano interi nuclei famigliari che non si recavano nei locali che in quella zona gravitano, per partecipare alle monotone Movida, ma si precipitavano in chiesa e l’arrivo del vescovo Giusti significava che qualcosa d’insolito doveva esserci. Si qualcosa doveva accadere nella chiesa dei padri Trinitari,  perché cosa insolita per il luogo e l’orario, davanti all’altare maggiore era posizionato un enorme schermo e diversi leggii e sedie che di lì a poco sarebbero state occupate dagli orchestrali dell’Ensemble Bacchelli. Che cosa stesse succedendo lo ha spiegato al numeroso pubblico, il giornalista Mauro Zucchelli che con alcuni amici ha organizzato un documentario creato da Luciano De Nigris, sulla chiesa di San Ferdinando. Un’inusuale ed appetitosa iniziativa che in poco più di una ventina di minuti d’immagini, ha fornito più informazioni di qualsiasi conferenza avesse potuto essere organizzata. Le immagini suggestive ed i resoconti delle guide Fabrizio Ottone e Francesca Sorrentino, sono state integrate dalle descrizioni dello storico Michele Montanelli che ha parlato di una Livorno settecentesca, traino dell’economia del Gran Ducato di Toscana. Il parroco padre Emilio Kolaczyk nel ringraziare il vescovo per la sua partecipazione e tutti i presenti ha ricordato come poco sia conosciuta la chiesa di S.Ferdinando, auspicando che grazie al documentario molta più persone possano essere sensibilizzate a visitarla. Anche il vescovo Giusti intervenendo ha ringraziato gli artefici dell’iniziativa per aver permesso di conoscere la storia della chiesa e di poter apprezzare i restauri effettuati “ oltre a questa, altre chiese della diocesi sono in attesa di urgenti restauri per i quali si spera di poter avere aiuto dall’otto per mille e da contributi di privati, per non disperderne il valore storico, culturale e logicamente di culto che esse rappresentano.” A fungere da colonna sonora all’emozionante documentario, l’Ensemble Bacchelli che diretto dalla professoressa Rita Bacchelli, ha fatto vibrare assieme alle corde dei suoi archi anche i cuori dei presenti, che accompagnati dalle musiche di Pachelbell, Mozart, Mercadante e Mascagni hanno potuto degustare al meglio la proiezione delle suggestive immagini. Ad arricchire la serata musicale la soprano Arianna Rondina, i solisti Guido Gemignani al trombone e Scilla Lenzi al pianoforte. Una menzione particolare merita l’esecuzione di Cristiano Cei che con le note del liuto, strumento rinascimentale per eccellenza , ha ricreato l’atmosfera di quel settecento in cui la chiesa di S.Ferdinando vedeva la sua nascita. Un’occasione alla quale sarebbe stata gradita anche la presenza dell’assessore alla cultura Serafino Fasulo che, secondo alcuni, avrebbe potuto trarre dalla serata delle utili indicazioni di come fare conoscere ed amare Livorno senza grandi progetti, ma con la semplicità della lettura del suo passato.

 

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