Rugby in carcere. “Le Pecore Nere” sfidano gli Old

“Le Pecore Nere” vanno in meta. Domenica 7 febbraio, dalle 9, all’interno del carcere livornese de “Le Sughere”, la formazione dei detenuti (che con grande autoironia si sono battezzati, appunto, Le Pecore Nere) effettueranno un allenamento congiunto con gli Old dei Lions Amaranto Livorno (i Rino..Cerotti). La seduta si concluderà, sotto gli occhi del presidente dei Lions Amaranto Livorno, Mauro Fraddanni, con una partitella a ranghi contrapposti. A dirigere la sfida, un arbitro federale, il livornese Marco Antonazzo.
Al termine, sempre sul campo, ci sarà spazio per un piccolo banchetto, uno speciale ‘terzo tempo’ di inconfondibile stampo rugbistico. L’iniziativa, che si concluderà alle 11,30, è resa possibile grazie alla sensibilità della direzione della casa circondariale livornese ed all’opera degli stessi Lions, da sempre attenti a questioni legate al sociale. Da un anno e mezzo, grazie in particolare al lavoro degli ex giocatori Manrico Soriani e Michele Niccolai, all’interno de “Le Sughere”, si svolgono, ogni domenica, allenamenti riservati ad una trentina di detenuti, di età compresa fra i 25 e i 40 anni.
Ora, mentre sta per terminare la detenzione di uno dei giocatori delle Pecore Nere (l’atleta, della zona di Milano, farà presto parte di una squadra di rugby lombarda?), si è deciso di organizzare, all’interno della struttura, una partita ‘vera’. In vista di tale incontro – nel quale ovviamente il numero delle marcature avrà un valore del tutto relativo -, i Lions hanno regalato un paradenti a ciascuno dei componenti delle Pecore Nere.
La condizione fisico-atletica dei rugbisti-detenuti è invidiabile. Proficui gli allenamenti settimanali. Ora, però, per crescere anche a livello tecnico serve confrontarsi sul campo con rugbisti veri (anche se non più giovanissimi) e studiare, con la presenza di un arbitro, le regole del gioco.
Presto gli atleti saranno divisi in un lavoro più specifico, relativo ai ruoli propri di un quindici: da decidere chi sarà impiegato in mischia, chi nel reparto mediano, chi nella linea arretrata.
Poi chissà, la speranza è quella, in futuro, di far effettuare a questo team, grazie a deroghe speciali, anche campionati federali.
L’esperienza della palla ovale all’interno del carcere è iniziata nel settembre del 2014, quando 22 giocatori Lions (delle varie categorie) dettero vita, sul terreno di gioco del carcere, ad un allenamento piuttosto sostenuto, con tanto di partitella in famiglia. La seduta fu seguita da cento detenuti, che fin da subito mostrarono entusiasmo e grande partecipazione. Dopo il (riuscitissimo) approccio, la società amaranto ha dunque dato continuità all’iniziativa del ‘rugby in carcere’. La partita di questa prima domenica di febbraio rappresenta un traguardo di tutto rispetto, ma non è certo considerato un punto d’arrivo.

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