Pasqua ebraico-cristiana, un dialogo a due voci

di Roberto Olivato

Inizierà domani 15 aprile la Pasqua ebraica che terminerà il giorno 22. L’evento coinciderà con la Pasqua cristiana come ricordato da Caterina Meucci presidente dall’associazione Amicizia Ebraico-Cristiana di Livorno nel corso di un incontro nel salone dei granai di Villa Mimbelli. Un dialogo a due voci che deve rappresentare, come sottolineato da Papa Francesco, “un pellegrinaggio verso la verità” Per aiutare a comprendere le due identità sono intervenuti all’incontro il Rabbino capo della Comunità ebraica di Livorno Rav Yair Didi, e don Piergiorgio Paolini, Parroco della Chiesa del Rosario, noto biblista, docente allo Studio Teologico Ineterdiocesiano di Camaiore e Istituto Superiore Scienze Religiose di Pisa. Rav Yair Didi ha presentato la Festa di Pesach ( Pasqua ebraica ndr ) come “ una festa centrale nell’ebraismo nel senso che ogni festa della Torah ( in greco Pentateuco perché costituita da cinque libri – Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio – fa parte del Tanakh, la Bibbia ebraica, che in buona parte coincide con l’Antico Testamento della religione cristiana ndr ). Don Paolini, partendo dai testi evangelici ha descritto la Cena di Gesù quale cena pasquale. La Pasqua cristiana dura tre giorni dal Giovedì santo alla Domenica di Risurrezione che poi diventa Domenica di Pasqua. Nonostante le differenze ci sono però tre elementi che sostengono entrambe le Pasque. Il primo è una celebrazione che ricorda un evento che sta all’inizio: per gli Ebrei l’evento della liberazione dei figli dall’Egitto, per i Cristiani è la morte e risurrezione di Gesù. Il secondo elemento è il dovere di fare memoria perché non cadano questi eventi nell’oblio e si perda l’identità. Il terzo è, l’illuminazione che ne deriva per la vita dei credenti; sono eventi che gettano sul presente tutta la forza del passato e rinnovano il presente dando un nuovo significato.

 

 

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