Nasce una commissione diocesana per l’accompagnamento dei Ministri Straordinari
di Roberto Olivato
Sono tantissime le iniziative che anche nella nostra città sottolineeranno l’otto marzo, Festa della donna, come riportato nel nostro speciale a lei dedicato. Nata negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909 per festeggiare la prima partecipazione al voto delle donne, la manifestazione assunse la data dell’8 marzo quando nel 1917 le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando inizio alla rivoluzione russa e pertanto quella data venne scelta quale giornata internazionale dell’operaia. In Italia l’8 marzo del 1946, fu la prima volta in cui per ricordare la Festa della Donna venne scelta, come simbolo della ricorrenza, la mimosa quale fiore che sboccia nei primi giorni di marzo. Domani pertanto, come ogni anno, il gentil sesso festeggerà oltre a quella della mamma, quelle in compartecipazione di San Valentino e dei nonni, la festa della donna. Cene ed intrattenimenti vari incorniceranno l’evento, portando intere squadre femminili ad invadere ristoranti, pizzerie e discoteche nella più assoluta liceità dei festeggiamenti, che però non saranno vissuti allo stesso modo da molte altre donne, impossibilitate a festeggiare perché anziane, magari immobilizzate su carrozzine, letti od in profondi stati di depressione. Situazioni che riguardano non solo donne, come ha ricordato in una lettera dal vescovo Simone Giusti ai parroci della diocesi, riportando quanto affermato da Papa Francesco in occasione dell’ultimo Convegno Ecclesiale, dove il Pontefice raccomandava di farsi prossimi verso coloro sono segnati dalla malattia e dal muoversi autonomamente. Per concretizzare l’invito del Papa, monsignor Giusti, ha comunicato che “è nata una Commissione Diocesana per la Formazione e l’Accompagnamento dei Ministri Straordinari dell’Eucarestia, coordinata da Suor Gabriella Gigliucci insieme a Pietro Grajper, direttore dell’Ufficio Liturgico e al Diacono Bartolini, già animatore della Pastorale degli Anziani, ai quali potranno unirsi tutti coloro daranno la loro disponibilità alle rispettive parrocchie e che dopo un percorso formativo, riceveranno un particolare mandato per essere abilitati a visitare gli ammalati ’’. Una nuova iniziativa della nostra diocesi che, arrivando quasi in concomitanza con la festa delle donne, offre la possibilità per chi fra loro lo desideri, di mettere a disposizione delle persone più debole quali, anziani, ammalati od infermi, la sensibilità e l’affettività che solo le donne, quali madri e spose, hanno nel loro DNA. Per par condicio l’invito è rivolto logicamente anche agli uomini.
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