“Livorno nel cuore” per Cure Palliative

di Jessica Bueno

Gioventù, solidarietà e creatività: questi sono gli ingredienti vincenti di “Livorno nel cuore”, l’evento che si terrà lunedì 23 febbraio alle 20,45 al cinema 4 Mori in cui verrà presentato il cortometraggio “Mi amor”.

“Ringrazio tantissimo questi ragazzi, – afferma Francesca Luschi, presidentessa dell’associazione Cure Palliative – hanno voluto pensare a noi per questa iniziativa e lo ritengo fondamentale. E’ grazie ai cittadini livornesi e il loro sostegno che le cure palliative possono allargare il servizio sul territorio. Possiamo essere un fiore all’occhiello nel panorama nazionale proprio grazie alle donazioni. Sollecito la partecipazione, ne vale la pena ed è per una buona causa”. Il ricavato della vendita dei biglietti, 5 euro, infatti, verrà totalmente devoluto all’associazione Cure Palliative.

Il regista del cortometraggio Umberto Jr. Vivaldi spiega in che modo è nata e come verrà strutturata la serata. “L’evento è stato creato da giovani, i quali vanno sostenuti. E’ un messaggio per le istituzioni – dice Vivaldi-  senza di esse si fa ben poco: devono dare spazio alla cultura e alla creatività. La serata è nata per l’esigenza di fare una prima proiezione del cortometraggio ‘Mi amor’. Abbiamo mischiato cinema e cortometraggio, musica e sketch teatrali”.

Il corto è di genere fantastico e parla di una ragazza della Livorno dell’Ottocento (interpretata da Annalisa Arena) che intraprende un viaggio nel futuro, accorgendosi dei cambiamenti socioculturali intorno a lei. Incontra un ragazzo (Valerio Giorgi) e i due si innamorano.

“La colonna sonora è un inno all’amore. – spiega l’autore Matteo Freschi – Dobbiamo essere innamorati nella vita, provare questo sentimento stupendo e crederci sia nei momenti positivi che in quelli negativi. La canzone conta molto per me, è una delle prime che ho scritto e soprattutto mi è venuta in mente pensando al rapporto duraturo dei miei genitori, ai loro 29 anni di matrimonio”.

L’attore Valerio Giorgi, protagonista maschile del cortometraggio spiega che “il messaggio è rivolto ai ragazzi della nostra generazione. Non c’è bisogno di essere ricchi e famosi per portare avanti un’idea. Con la collaborazione, l’amicizia e la voglia di fare siamo arrivati a tutto questo. Questi aspetti vengono trascurati, vedo ragazzi che brancolano nel buio e non portano avanti a pieno le loro idee e le loro passioni, abbandonandosi a una rassegnazione generale”.

L’attrice Annalisa Arena sottolinea il forte impegno con cui l’iniziativa è stata portata avanti. “Non è sempre stato semplice – spiega l’attrice-  tra stanchezza, pioggia e intoppi vari. Nonostante questo c’è stato uno scambio di relazioni, amicizie e passioni. E’ stato bello soprattutto che fossimo solo giovani a collaborare”.

“Questi giovani costituiscono un vero esempio per la città – sottolinea invece Francesca Luschi – vedo in loro la luce e la voglia di fare, un bisogno grande di affermarsi. Le istituzioni dovrebbero avere un’attenzione particolare per l’aspetto culturale-artistico di Livorno, fucina di ragazzi che hanno passioni e voglia di imporsi dal punto di vista artistico. Hanno anche un occhio di riguardo per la solidarietà e questo impegno sociale li rende encomiabili”.

Umberto Jr. Vivaldi ha poi ringraziato per la scenografia Catia Querci, il direttore della fotografia Gianluce La Bruna, Gianluca Arena che presenterà la serata e grande regista teatrale, l’attrice Virginia Ciangherotti, Raffaele Magri, che ha offerto la casa di legno presente nel cortometraggio, Capricci di Carnevale per i costumi e tutti gli sponsor (Radio incontro, Tommaso Ricci Hairdress e Biscottini).

Francesco Spera, cantautore, ha realizzato due canzoni che trattano di Livorno, insieme a Fabio Papini.  “Ho pensato che potessero ben sposarsi con la serata – dice Spera-  La prima si intitola ‘Tre mori e un biondo’ e parla di noi, ragazzi che si liberano dalle catene dei 4 mori attraverso l’arte. L’altra canzone, ‘Fratello senza nome’, parla di un aneddoto del Risorgimento livornese, dove un ragazzo che stava difendendo alle porte di San Marco i suoi amici dall’avanzata austriaca, si getta disarmato sulle baionette nemiche, preso dal timore di vedere i suoi amici morti. Il corpo di questo ragazzo venne esposto davanti ai Pancaldi come monito diretto alla resistenza cittadina. Egli indossava una camicia bianca, la quale col sangue mutò il suo colore in amaranto, colore della città e della libertà”.

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