La Nobiltà a Livorno e la dinastia Orlando
Sold out venerdì al Circolo Ufficiali della Marina Militare “Ammiraglio Francesco Mimbelli”, l’evento culturale “la Nobiltà a Livorno e la famiglia Orlando” ha stimolato l’interesse di oltre 100 persone tra soci ed amici, a colmare questa sete di sapere, storico nobiliare, il Conte Emilio Petrini Mansi Marchese della Fontanazza docente di diritto nobiliare comparato e storia ed etica della famiglia all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e titolare dell’unico studio legale di dirittio nobiliare in Italia con sede a Viareggio, che ha accolto con entusiasmo l’invito del caro amico cerimoniere del Lions Club Livorno Porto Mediceo Notaio Gianluigi De Paola. Il Presidente, Ammiraglio Gabriele Giorni al termine della conferenza complimentandosi con il Marchese della Fontanazza soddisfatto ha esclamato: “E’ stato un percorso ricco di eventi storici che hanno attraversato la Città ed in generale la toscana dalla seconda metà del 1500 fino all’avvento della Repubblica spiegato con grande entusiarmo e semplicità per renderlo comprensibile a tutti!, grazie Emilio” infatti, in molti sono venuti a conoscenza che la città labronica fu elevata a Città Nobile con Legge del 1750, in sala ha suscitato parecchio stupore apprendere che delle 45 famiglie allora registrate nel Libro d’Oro dei nobili di Livorno oggi ne risultano fiorenti solo 6 cioè i Baldasseroni, Conti oggi Ginori Conti, Maggi, Martellini, Pelletier de Berminy oggi Papanti Pelletier de Berminy, Ricci oggi Ricci Lottrerinigi del Riccio, a cui ha dichiarato il Marchese della Fontanazza si devono aggiungere le famiglie che successivamente ottennero un rescritto granducale di concessione o un decreto ministeriale di riconoscimento della nobiltà livornese come i Carega o Carrega provenienti da Genova, Castelli e Castelli della Vinca, Grabau provenienti da Amburgo, Kotzian provenienti dalla Pruussia, Lamotte, de Larderel originaria francese, Malenchini, Mochi, Niccolai Gamba Castelli, Ott Traxler provenienti da Zurigo, Poccianti, Signorini e Vivarelli Colonna. Sono stati affrontati argomenti ancora attuali come l’Ordine di Santo Stefano che attraverso le Commende di padronato fungeva da elevatore sociale ed oggi si potrebbe configurare come l’antesignano dei moderni “trust” infatti tra gli altri benefici riservati al commendatore permetteva di proteggere il proprio patrimonio dai creditori. E’ ancora forte l’affetto che i livornesi nutrono verso la famiglia Orlando, nobili di origine siciliana si trasferiscono a Genova e poi a Livorno a metà del 1800 distinguendosi da subito nell’industria navale, metallurgica e siderurgica arrivando ad essere all’inizio del secolo scorso una delle famiglie più ricche e potenti d’Italia al pari degli Agnelli. Ma il Marchese Petrini Mansi ha voluto tracciare un profilo inedito della stirpe degli Orlando quello nobiliare, furono creati Conti da Vittorio Emanuele III nel 1909 e gli fu concesso un nuovo stemma rappresentativo del loro essere industriali, soffermandosi sullo studio dell’albero genealogico e sulle politiche matrimoniali che adottarono per allearsi alle principali famiglie nobili aristocratiche del tempo infatti troviamo da Giuseppe di Michele Orlando Colosa e da Rosalia Castiglione nasce nel 1814 Luigi ingegnere e Senatore del Regno che sposa la N.D. genovese Maria Maddalena Parodi da cui 9 figli che iniziano a tessere la rete di alleanze matrimoniali portata avanti dai figli e nipoti così troviamo matrimoni proprio con i Mansi di Lucca, con i Cenami Spada sempre lucchesi, con i Gavotti genovesi, con i Della Gherardesca, i Camperio, i piemontesi della Croce di Dojola, i Radice Fossati, i Borromeo di Angera, Piola Caselli, Pignatelli di Cerchiara e molte altre. Anche se non appartenente alla nobiltà livornese ma da questa città proveniente è stata trattata anche la famiglia Ciano da cui discende Costanzo di Raimondo che fu onorato del titolo di Conte di Cortellazzo e di Buccari da S.M. Vittorio Emanuele III emozionante e toccante la lettura della motivazione che portò il Re a concedere proprio il predicato onorifico di Cortellazzo. Tra il pubblico vi erano aristocratici della provincia livornese discendenti delle famiglie trattate, militari, rappresentanti delle istituzioni oltre ad una reppresentanza del Lions Club, a cui appartiene il Marchese della Fontanazza, Pietrasanta Versilia Storica con Enrico Baldi e Daniela Tesconi molti altri versiliesi dalla Contessa Titti Claudia Gaddi Pepoli, alla giornalista Francesca Ada Anna Navari, al primario di Psichiatria del Versilia Mario Di Fiorino con consorte, l’imprenditore pietrasantino Luca Rossi, i lucchesi Sendi Severini, Francesco Ungaretti con Vittoria de Luliis, da Cecina Stefano Magni, da Empoli Enrico Ammirati, da Pisa Daniele Conti dell’Associazione i Cavalieri, Renata Rossi organizzatrice di eventi musicali con Valentina Del Moro e l’Architetto Sandro Catassi, Nicola Marino presidente Round Table Livorno e tanti altri. Un particolare ringraziamento è stato espresso dal docente al collega ed amico Andrea Borella direttore ed editore del più completo repertorio storico genealogico delle famiglie nobili d’Italia, per la realizzazione degli stemmi proiettati in sala che tanto interesse hanno suscitato altresì per l’occasione era presente per la visione la XXXII ed. dell’Annuario della Nobiltà Italiana insieme alle pubblicazioni di Diritto Nobiliare edite dalla Pisa University Press.
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