La chiesa di San Giuseppe saluta il nuovo parroco
di ROBERTO OLIVATO
LIVORNO – Giornata di festa ieri sera 5 ottobre alla chiesa di San Giuseppe in piazza Due Giugno, per l’avvicendamento fra l’anziano parroco don Mario Sorbi ed il neo parroco don Marzio Faria Nougueira. Alla presenza di un’affollatissima assemblea parrocchiale, il vescovo Simone Giusti ha annunciato la nomina di don Marzio Faria a nuovo parroco della chiesa di San Giuseppe, non prima di aver ringraziato don Mario per gli anni dedicati alla chiesa del rione san Marco-Pontino. Don Marzio è un sacerdote quarantenne brasiliano, nato a San Paulo do Brasil ed in Italia dal 2007. Prima di giungere a Livorno quale vice parroco alla chiesa del Soccorso, nel 2011 trascorse un anno alla parrocchia di San Gregorio Magno a Fucecchio nella località Torre e quest’anno è stato l’accompagnatore dei ragazzi della GMG livornese in Brasile. Nel corso dell’omelia il vescovo Giusti ha ricordato ‘’i miracoli non nascono dalla fantasia o dalla magia di fattucchiere, bensì sono frutto dell’amore profondo e sincero in Dio, al quale se ognuno di noi si abbandona totalmente potrà vederne gli effetti, come succede a diverse persone miracolate in ogni parte del mondo ’’. Un simpatico aneddoto ha riguardato il suo ultimo incontro con Papa Francesco ‘’ nel corso di un breve dialogo col Papa, gli esposi le difficoltà incontrate per l’installazione in porto della Madonna dei Popoli, da parte di alcune persone ed egli mi disse: non si preoccupi, chi non vuole la Madonna come mamma, l’avrà come suocera! ‘’. Al termine della cerimonia, abbiamo fatto notare al vescovo che Papa Francesco in uno dei suoi discorsi ad Assisi, abbia disposto un nuovo particolare impiego delle parrocchie invitandole ‘’ad uscire e andare nelle periferie, incontro all’altro. Non abbiate paura ad uscire!’’ . Facendo riferimento a questa frase di Papa Francesco, abbiamo fatto notare al vescovo Giusti che il pontefice abbia ripetuto quanto da lui scritto nella sua lettera Pastorale, quasi avesse letto il testo della diocesi livornese, ma il vescovo Simone ci ha fermati dicendo che la sua lettera pastorale è il frutto di alcuni incontri avuti col pontefice, del quale ha interpretato il pensiero.
Monsignore Giusti, cosa intende quando nella sua Pastorale invita la comunità cristiana ad uscire?
“Di non limitarsi a vivere nelle parrocchie, ma ad entrare nel quartiere, dentro il mondo del lavoro, cercando di aprire un dialogo con la gente che lì vive e lavora. L’invito non è circoscritto ai religiosi, ma anche ai laici”.
Le parrocchie sono preparate a questo cambio di marcia?
“L’evangelizzazione inizia fuori degli ambienti parrocchiali ed ecclesiali, ma deve trovare in essi una scuola di verità ed un laboratorio spirituale di idee, azioni e relazioni, questo ad ogni età ed in specie con i ragazzi, i giovani e gli adulti”.
Una chiesa meno parrocchiale e più missionaria?
“Assolutamente si, bisogna aiutare le parrocchie e le comunità cristiane locali a strutturare in modo più missionario la propria presenza dentro il tessuto sociale. Questo è il frutto più chiaro che ci si attende dalla nuova evangelizzazione”.
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