Claudia Koll, dalle “luci rosse” alla fede in Dio

di Roberto Olivato

Fu un incontro casuale all’aeroporto di Fiumicino nel 1997, quello in cui padre Maurizio de Sanctis conobbe Claudia Colacione, alias Claudia Koll. “Mai più avrei pensato d’invitare un giorno una così bella attrice, che andava allora per la maggiore, a raccontarci della sua conversione – ha detto ieri sera in una gremitissima chiesa S. Rosa, il suo parroco padre Nike – Ma i disegni del nostro destino, che il Signore ha pronti per ognuno di noi sono a nostra disposizione, basta saperli interpretare, come Claudia ha saputo fare arrivando alla conversione”. L’ex attrice, accolta dagli applausi dei presenti, ha raccontato con voce pacata, ma ferma, il suo percorso verso la conversione le cui origini hanno tratto forza dalla profonda Fede dei suoi genitori e della nonna materna ai quali ha rivolto il primo ringraziamento: “Giovanissima andai via da casa attratta dal mondo dello spettacolo – spiega Claudia Koll-  lasciando nello scoramento i miei genitori che seppi, una volta convertita, non essersi mai arresi di fronte alla mia dipartita, ma anzi di aver continuato a pregare per vent’anni”. L’emozione all’interno ma anche all’esterno della chiesa, fra le persone in piedi è palpabile e Claudia vuole che l’esperienza della sua vita, inizialmente vissuta nel mondo dello spettacolo ricca di privilegi e di denaro, ma che in realtà l’aveva relegata ad essere solo una macchina, svuotata di sentimenti e tanto meno di alcun minimo senso di religiosità, possa servire d’esempio per tanti giovani, allettati dai riflettori. L’inizio della conversione avvenne nel 2000 a seguito della sua prima visita in S.Pietro cominciando il suo nuovo cammino di crescita spirituale: “Da allora la mia vita non  è diventata tutta facile, anzi è continuata e continua con alti e bassi,  ma oggi sono conscia che i miei passi sono sotto la guida del Signore e se gli sappiamo parlare e lo sappiamo cercare, prima o poi si fa trovare, basta avere tanta Fede e pregare”.
La particolare serata si è conclusa con una serie di diapositive relative ad una casa famiglia per malati di Aids alla quale Claudia ha offerto il suo contributo, come nella creazione di un ospedale per bambini leucemici in Africa attraverso l’Associazione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo.

 

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