Il vescovo: “Non siate egoisti, donatevi al prossimo”

La ricetta indicata dal pastore livornese al suo gregge è riassunta in queste tre parole: "donarsi, dimenticarsi e realizzare, come fece nostro Signore"

di Roberto Olivato

E’ con un duro attacco al narcisismo, all’egoismo, all’individualismo, in poche parole al nichilismo non più strisciante ma che ormai imperversa nella società contemporanea, che il vescovo Simone Giusti ha richiamato l’attenzione dei suoi sacerdoti e dei molti fedeli presenti, nel corso dell’omelia della S.Messa del Crisma, celebrata ieri pomeriggio in Cattedrale.
Erano proprio presenti tutti i presbiteri della nostra diocesi, anche quelli più anziani e con problemi deambulatori, pur di non mancare alla giornata in cui ognuno di loro rinnovava la propria ordinazione sacerdotale.
Nel corso della celebrazione Eucaristica sono stati consacrati gli tre oli santi: il crisma usato per l’ordinazione sacerdotale e per la cresima, quello dei catecumeni per il battesimo ed in fine l’olio degli infermi. Dopo aver ricordato l’uccisione nello Yemen di quattro suore di Madre Teresa, rivolgendosi al suo clero, con tono deciso ma paterno, monsignor Giusti ha ricordato come sia fondamentale per ogni sacerdote rimanere in sintonia con l’amore di Gesù Cristo.
“Come faccio a sapere quando sono in sintonia con Gesù? Per non cadere nella spirale del desiderio, bisogna saper mantenere un rapporto stretto con lui. Il sacerdote che parla con Gesù, che lo cerca e che si lascia guidare – ha proseguito il vescovo- questo è il centro della nostra vita. Ma cos’è l’amore è vero? Solo quando con i miei comportamenti porto gioia per tutti e dolore per nessuno. Oggi invece – ha continuato Giusti- imperversa l’io. Una società talmente incentrata sull’io e che porta ad uccidere per imporre i propri desideri, come anche gli ultimi avvenimenti di Bruxelles hanno dimostrato. E no pallino, questa non è libertà, ma è sopraffazione”.
La ricetta indicata dal pastore livornese al suo gregge è riassunta in queste tre parole: “donarsi, dimenticarsi e realizzare, come fece nostro Signore nel triduo pasquale. Pertanto bisogna sapersi affidare completamente a Lui, perché è più importante come io vivo da sacerdote, da come faccio il sacerdote. E’ più importante ciò che fa Cristo attraverso di me, di quello che faccio io ed i parrocchiani questi comportamenti li notano e li portano ad avvicinarsi o ad allontanarsi da noi. Pertanto cerchiamo di vivere da sacerdote abbandonandoci all’amore di Cristo”.
La liturgia si è conclusa con il rinnovo, da parte dei sacerdoti presenti, delle promesse fatte nel giorno della loro Ordinazione e la benedizione degli oli santi.

 

Riproduzione riservata ©