Giubileo della Vita Consacrata in Duomo

di Roberto Olivato

Dopo  l’apertura della Porta santa in Cattedrale avvenuta lo scorso 13 dicembre, nel Giubileo della Misericordia sono stati diverse le associazioni e gruppi di fedeli che hanno attraversato l’ingresso laterale passando dalla cappella del fonte battesimale in occasione dei rispettivi Giubilei, come i ragazzi della GMG ( giornata mondiale gioventù), i Migranti, le scuole cattoliche e ieri 2 febbraio, giorno della Candelora,  è stata la volta della Vita Consacrata.
“Vogliamo essere bollenti di Fede e carità” con questa frase di san Luigi Orione il vescovo Simone Giusti  ha salutato  i partecipanti alla chiusura dell’anno della Vita Consacrata, che ieri pomeriggio si sono ritrovati presso la chiesa di S. Giulia per raggiungere in processione la Cattedrale passando  per la porta Santa.  Anche se solo con una rappresentanza c’erano proprio tutte le suore della Diocesi, dalle Carmelitane, alle Domenicane, le Figlie del Crocifisso, le Trinitarie, le Figlie di Maria Ausiliatrice, le Piccole figlie di S.Giovanni Gualberto, Suore di S.Francesco d’Assisi di Tshumbe, le Piccole missionarie del Sacro Cuore. Ma la Vita Consacrata non ha solo comunità femminili, ma anche maschili quali i Benedettini Vallombrosani, i Barnabiti, i frati Minori Cappuccini, i Salesiani, i Trinitari, i Sacerdoti dell’Istituto di Cristo Re. Per tutti loro il vescovo ha avuto parole d’incoraggiamento a proseguire il loro cammino citando alcune frasi del cardinale Van Thuan incarcerato per tredici anni in Vietnam ” è solo vivendo il presente che si possono adempiere bene i doveri di ogni giorno e le croci divengono sopportabili, si possono cogliere gli impulsi della grazia di Dio nel sostegno fraterno e nella speranza cristiana. Anche facendo l’ordinario nella vita quotidiana- ha proseguito monsignor Giusti- è possibile donare quello che mi viene richiesto, nell’umiltà e nel reciproco sostegno fraterno” . Prima del termine dell’Eucarestia l’universalità della Chiesa è stata rappresentata con la recita di preghiere in lingua indonesiana, indiana, malgascia ed araba. Al termine della celebrazione Eucaristica il vescovo, in procinto di recarsi a Roma per l’udienza del Papa,  ha avuto parole di elogio per tutte le consorelle che nonostante la venerabile età riescono ancora a rendersi utili per il bene della comunità.

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