Corea, in 100 alla fiaccolata per l’associazione don Nesi
di letizia
Un centinaio di persone ha partecipato il 19 settembre alla fiaccolata organizzata a sostegno dell’associazione Don Nesi di Corea (nelle foto del nostro fotografo Simone Lanari). Un corteo silenzioso illuminato dalla luce di tante piccole fiammelle, a cui hanno preso parte operatori dell’associazione, ex-civilisti, volontari, l’associazione Disabilandia onlus, ma anche cittadini che conoscono la realtà di via La Pira, partito dalla sede, ha poi attraversato le strade del quartiere.
Erano presenti inoltre esponenti del Movimento 5 Stelle, di Buongiorno Livorno, Sel, di Città Diversa, l’ex consigliere comunale Lamberto Giannini. Anche Daria Faggi e Paolo Gangemi dell’Unione Inquilini e Giovanni Ceraolo attivista e sindacalista di Asia hanno partecipato alla fiaccolata. L’associazione, il cui nome ricorda Don Alfredo Nesi, il prete che nei primi anni Sessanta da Firenze arrivò a Livorno, dove creò il Villaggio di Corea, da oltre dieci anni porta avanti nel quartiere attività sociali e culturali come dopo scuola ( frequentato da quaranta ragazzi tra scuole medie e primo anno delle superiori), ludoteca, centro estivo, biblioteca, cineforum, corsi di formazione e inoltre in convenzione col Comune incontri protetti tra genitori non affidatari e minori.
“La richiesta di 55 mila euro fatta dal vescovo è inaccettabile – ha affermato Marcello Allegri, uno degli operatori di Don Nesi – in quanto vorrebbe dire far cessare l’attività di un’associazione che da anni si impegna nei quartieri nord della città. Tutti i servizi svolti sono completamente gratuiti, chiuderli significherebbe far perdere un punto di riferimento a quelle famiglie in difficoltà che usufruiscono della nostra opera. Non si riesce in alcun modo a capire l’ostinazione di Giusti a non volerci incontrare, nonostante dica sempre che le porte sono sempre aperte, in questo caso sono serratissime. Ciò che più colpisce è il fatto che con i vescovi precedenti, Ablondi e Coletti, non abbiamo avuto alcun problema, anzi da loro abbiamo sempre ricevuto sostegno e attenzione”.
Il presidente Renzo Bacci è soddisfatto della partecipazione al corteo: “Hanno partecipato tante persone che in periodi della loro vita hanno preso parte alle attività di Don Nesi, che oggi in questo momento di difficoltà sono voluti essere presenti. Il 25 ( giorno in cui si svolgerà l’udienza nella quale si deciderà se l’associazione dovrà versare gli affitti arretrati, n. d. r.) sentiremo cosa ha da dire il giudice, sperando che chiuda la questione economica sollevata dal vescovo. Adesso stiamo provvedendo al trasloco nella nuova struttura, che ci è stata data dal Comune dopo aver verificato che eravamo in possesso dei requisiti richiesti per l’assegnazione e che ci ha dato tutto a titolo gratuito, abbattendo il canone previsto di affitto di 1.200 euro mensili”.
Prima di tornare alla sede di via La Pira, il corteo si è fermato in via Bezzecca 2, di fronte all’abitazione di Alfredo Nesi che scelse di vivere, come ha raccontato Rocco Pompeo, storico collaboratore dell’associazione, dove abitavano i “coreani” a cui il sacerdote voleva lasciare sempre la sua porta aperta. Anche Annarita Saluzzi, del comitato di quartiere di Corea ha voluto portare il suo contributo: “Anche noi abbiamo voluto scrivere al vescovo per capire se potesse esistere una soluzione alla questione, ma non abbiamo ottenuto risposta. Stamani (ieri, n. d. r.) al gazebo organizzato in piazza Cavour abbiamo ricevuto dalla gente che si è fermata ascolto e partecipazione, l’associazione deve rimanere in Corea per insegnare i valori positivi della cultura, della socialità e della partecipazione”.
Pio Giannelli, figura molto conosciuta nel quartiere come prete-operaio, ha letto in conclusione della manifestazione la lettera di un abitante di Corea dal 1957, primo chierichetto di Don Nesi in cui afferma come “il quartiere sia cambiato, le vecchie case non ci siano più e non ci si conosca più come una volta”.
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