Dopo due anni un nuovo prete: ecco don Ramon

di Roberto Olivato

Da quando monsignor Simone Giusti è giunto a Livorno ha ordinato nel 2013 quattro nuovi sacerdoti ed altrettanti parroci e sabato mattina hanno fatto ingresso nella diocesi un nuovo sacerdote ed un diacono. “Per voi è un  momento indimenticabile, per me un momento gravoso” (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le immagini all’interno della fotogallery).
Con queste parole il vescovo Simone Giusti ha iniziato la S.Messa in occasione dell’ordinazione a Presbitero di Ramon Guidetti, già vice parroco nelle chiese della Sacra Famiglia e di S.Jacopo ed a Diacono di Federico Mancusi già presente a S.Lucia ed alla Madonna. La celebrazione Eucaristica, accompagnata dai canti della Corale della Cattedrale, ha avuto luogo alle 10,30 di sabato alla presenza dei familiari dei due nuovi ordinati e tantissimi fedeli. Le parole del vescovo tratte dalla sua Omelia “ In esodo dal piacere per raggiungere la gioia e l’amore” (il testo completo è presente nel sito ufficiale della Diocesi ndr),  ebbene quelle parole non erano rivolte solo a Ramon e Federico, ma a tutti noi: “Credo che la più grande gioia di un uomo è incontrare Gesù Cristo, Dio fatto di carne. In lui ogni cosa: miserie, peccati, storia, speranza, assume nuova dimensione e significato. Il significato della gioia per un sacerdote- ha proseguito il vescovo- è quello di far vivere, a chi ci avvicina, la propria esperienza dell’incontro col Signore, tanto da far dire agli altri di voler rimanere con Lui perché, ha continuato monsignor Giusti “ l’esperienza cristiana deve essere una gioia contagiosa.
“La figura del sacerdote è stata sviscerata da Giusti, nel più profondo della sua identità e della sua missione: “siate meno protagonisti e più umili, affidandovi di più al Salvatore, non dimenticando la forza della preghiera”.
Una sferzata il vescovo l’ha riservata anche a quei sacerdoti che si sentono autorizzati a non celebrare la Messa per la mancanza di fedeli “a questi fratelli ricordo che l’Eucarestia deve essere celebrata anche da soli al meno una volta al giorno, perché non possiamo perdere l’incontro col Signore.“ Una dura battaglia quella del vescovo, rivolta verso alcuni sacerdoti che stanno dimostrando di far fatica a proseguire nella loro missione a causa di una stanchezza, che il vescovo imputa ad un eccesso di noia che pervade quei sacerdoti meno attivi e più lontani della gente “ Tutto ciò che non è gioia diventa fatica ed ogni piccolo problema diventa per te una croce. Se però parliamo con la gente, vi accorgerete che le vostre croci sono di carta rispetto a quelle dei vostri parrocchiani.”
Oltre che parlare della gioia, quindi di un appagamento dello spirito, un  appello il vescovo lo ha rivolto anche a quei sacerdoti che antepongono interessi personali a quelli della comunità a loro affidata,  mettendo in secondo piano Gesù Cristo.  Monsignor Giusti perché ha giudicato gravoso per lei l’ordinazione di un presbitero?
“Non è semplice di fronte a Dio avere la certezza d’indicare l’uomo idoneo a servirlo e rappresentarlo. Quello che intendevo con “gravoso” è il senso di responsabilità che pervade ogni vescovo in questo delicato atto e che prevede una serie di valutazioni morali e spirituali”.
L’invito forte e chiaro che il vescovo ha rivolto ai suoi sacerdoti, seguendo quello di Papa Francesco,  è stato di consigliarli a mettersi più in contatto con la gente, lasciando da parte noia e stanchezza per riscoprire la vera gioia. Monsignor Simone Giusti che da quando è a Livorno ha ordinato quattro nuovi sacerdoti ed altrettanti parroci, ha sollecitato il suo clero a tornare alle motivazioni che portarono ognuno di loro ad entrare in seminario, motivazioni che dovranno quotidianamente allontanarsi dal piacere per raggiungere la gioia e l’amore, elementi essenziali per ogni spirito.

 

Riproduzione riservata ©