Capodanno Ebraico: buon 5775
Il Capodanno Ebraico è ormai imminente e, dalla sera del 24 settembre (il giorno ebraico segue il calendario lunario, da tramonto a tramonto), si entrerà nell’anno 5775. Come annota io sito dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Capodanno (Rosh Hashanà in ebraico) “cade i primi due giorni del mese di Tishrì ed è il capo d’anno per la numerazione degli anni, per il computo dei giubilei e per la validità dei documenti. Ha un carattere e un’atmosfera assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d’anno “civile” in Italia. Infatti è considerato giorno di riflessione, di introspezione, di auto esame e di rinnovamento spirituale. E’ il giorno in cui, secondo la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell’anno precedente. Nel Talmud infatti è scritto “A Rosh Ha-Shanà tutte le creature sono esaminate davanti al Signore”. Non a caso tale giorno nella tradizione ebraica è chiamato anche “Yom Ha Din”, il giorno del giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il giorno dell’espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i “dieci giorni penitenziali”.
Rosh Ha-Shanà riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento.”
Il sito sottolinea poi come “nella Torà, (Levitico 23:23,24) il primo giorno del mese di Tishrì è designato come “giorno di astensione dal lavoro, ricordo del suono, sacra convocazione”, e nuovamente in Numeri (29:1,6) è ripetuto che è “un giorno di suono strepitoso”: un altro dei nomi di questa festa è “Yom Teru’a”, giorno del suono dello Shofar, il grande corno. In ottemperanza al comando biblico in questo giorno viene suonato lo Shofar, simbolo del richiamo all’uomo verso il Signore. Questo suono serve a suscitare una rinascita spirituale e a portare verso la teshuvà, il pentimento, il ritorno verso la giusta via. Lo Shofar, oltre a chiamare a raduno, ricorda l’episodio biblico del “sacrificio” di Isacco, sacrificio in realtà mai avvenuto in quanto fu sacrificato un montone al posto del ragazzo. Il corno deve essere di un animale ovino o caprino in ricordo di questo episodio. Inoltre lo shofar ricorda il dono della Torà nel Sinai che era accompagnato da questo suono e allude anche al Grande Shofar citato in Isaia (27:13) “E in quel giorno suonerà un grande shofar”, annunciatore dei tempi messianici.
I suoni che vengono emessi da questo strumento sono di diverso tipo: note brevi, lunghe e interrotte; secondo una interpretazione esse sono emesse in onore dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.
Rosh Ha-Shanà è chiamato anche Giorno del Ricordo, infatti la tradizione vuole che Dio proprio in questa data abbia finito la Sua opera di creazione e sarebbe stato creato Adamo, il primo uomo.”
“Un uso legato a questa giornata vede l’ebreo recarsi verso un corso d’acqua o verso il mare”, prosegue ancora l’articolo, ” e lì recitare delle preghiere e svuotarsi le tasche, atto che rappresenta simbolicamente il disfarsi delle colpe commesse e un impegno simbolico a rigettare ogni cattivo comportamento, come scritto nel libro biblico di Michà : “Getterai i nostri peccati nelle profondità del mare”.
Questa cerimonia, denominata “Tashlich”, di antiche origini si può svolgere anche dinanzi a una sorgente d’acqua o un pozzo, come avviene per storica tradizione a Livorno .
“Gli ebrei azkenaziti in questo giorno vestono di bianco, simbolo di purezza e rinnovamento spirituale”, informa ulteriormente l’estensore che continua rilevando come ” anche i rotoli della Torà e l’Arca vengono vestiti di questo colore. Quest’usanza può essere ricondotta al verso di Isaia (1:18) in cui è scritto: “quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve”.
A Rosh Ha-Shanà si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa essere ben augurante per l’anno a venire. Il pane tipico della festa assume una forma rotonda, a simbolo della corona di Dio e anche della ciclicità dell’anno. Con l’augurio che l’anno nuovo sia dolce, si usa mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare dei semini di grano e di granturco che germoglieranno in questo periodo, in segno di prosperità”
GLI AUGURI DI PAPA BERGOGLIO ALLA COMUNITA’ EBRAICA DI ROMA
(Osservatore Romano del 23/09/2014)
«Dio ci doni di contribuire insieme a promuovere la giustizia e la pace in un mondo che tanto ne ha bisogno». È quanto auspica Papa Francesco in un messaggio inviato il 22 settembre al Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione delle ricorrenze di Rosh Ha-Shanah 5775, Yom Kippur e Sukkot. Estendendo i suoi più cordiali auguri alla comunità ebraica romana, il Pontefice invoca la «benedizione dell’Altissimo affinché questi giorni di festa possano essere fonte di felicità e motivo di consolidamento dei legami familiari e comunitari».
A tutti gli auguri per il nuovo anno da parte di Comunitando – www.livornoebraica.org
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