Avis, l’Unione Sarda contro la campagna “purosangue”. Il presidente Belfiore: “Esterrefatto”

“Con tutte le problematiche che ci sono all’interno di questo mondo, francamente rimango esterrefatto da questa polemica. Si sparano sentenze senza cognizione di causa, senza sapere qual è la realtà”. Contattato da Quilivorno.it, Giovanni Belfiore, 49 anni, presidente Avis Livorno da 7 (da 20 ha incarichi nell’associazione, dona il sangue dall’età di 18 e ha superato le 150 donazioni) risponde così all’Unione Sarda che ha sollevato critiche riguardo lo slogan (Livornese purosangue? Diventa donatore Avis!) utilizzato da Avis per la promozione della raccolta del sangue.
L’articolo si domanda: “Quel cenno al “purosangue” suscita più di una critica: i livornesi vogliono solo sangue livornese? O una campagna riuscita male ma con intenti nobili? Intanto i cartelloni tappezzano il centro della città”. A scovare la campagna è stato uno dei donatori livornesi in vacanza in Sardegna. “Se pensassimo – prosegue Belfiore –  di limitare la donazione al livornese saremmo dei folli. Lo slogan vuole essere solo un modo goliardico per dire: “abiti a Livorno?” Vieni a donare il sangue. Non è un messaggio rivolto ai soli livornesi ma a coloro che vivono in questa città. Anche un bambino lo capirebbe questo messaggio. Abbiamo 9 mila donatori e di tutte le nazionalità. Inoltre, come Avis siamo stati i primi in Italia a presentare un progetto di donazione che coinvolge extracomunitari. Senza dimenticare che per due anni nel nostro consiglio era presente un senegalese. Ma evidentemente non hanno compreso lo spirito della campagna”.

Gianluigi Guarnotta, curatore della campagna Avis –  A dire la verità sono abbastanza divertito dal vostro breve articolo sulla campagna che ho progettato per Avis Comunale Livorno ma, anche se le critiche sono sempre utili, mi preme in questo caso rimarcare la loro infondatezza. Sorvolando sul fatto che la campagna è uscita un anno fa e che quindi la polemica non brilla certo per tempestività, mi sembra comunque doveroso spiegare, a chi non le ha comprese, le scelte strategiche che l’hanno generata. Per un’organizzazione che opera localmente come Avis Comunale Livorno, rivendicare il valore dell’appartenenza territoriale rappresenta la strada più breve per stabilire un contatto diretto con la sua gente. Per raggiungere questo obiettivo ho pensato di far leva su ciò che caratterizza la popolazione livornese e che contemporaneamente poteva accomunarla all’interno di un progetto solidale condiviso. A Livorno, come in ogni altro luogo, esistono varie peculiarità caratteriali nelle quali la popolazione si riconosce. Oltre ad essere molto affezionato ai suoi luoghi e alle sue tradizioni (di costume, culturali, sportive, paesaggistiche, etc) il livornese si distingue (in positivo) per il suo spirito generoso, altruista, schietto, ironico, ribelle, coraggioso e sanguigno. La campagna, una multisoggetto con circa 15 visual diversi, mostra alcuni personaggi tipici (il giovane musicista, il pittore, il tatuato, la madre, il lavoratore portuale, il vogatore, la donna volitiva, etc) ai quali sono state abbinate varie location caratteristiche (il porto, il lungomare, le fortezze medicee, il monumento dei Quattro Mori, etc). Personaggi (caratteri) e luoghi che, connotando immediatamente il concetto di “livornesità”, sono stati utilizzati come sfondo sul quale innestare un invito forte e condiviso alla donazione. Chi conosce a fondo la città sa benissimo che il concetto di “purosangue” a Livorno è chiaramente percepito come un’iperbole. Livorno infatti, antico porto franco mediceo e crogiuolo di culture diverse, è una città multirazziale da centinaia di anni. Da noi essere “purosangue” significa avere “sangue misto”, non a caso infatti la politica di Avis Comunale Livorno è sempre stata incentrata sull’importanza dell’integrazione tra le varie etnie ancora oggi presenti in città. Lo slogan “Livornese Purosangue? Diventa donatore Avis!” non è quindi altro che una scorciatoia linguistica per dire: “Ti senti un vero livornese? Sei davvero generoso, altruista, coraggioso e sanguigno? Bene, allora dimostralo anche donando il tuo sangue”. Il tono della campagna, decisamente scanzonato, è inoltre pensato per adeguarsi al registro linguistico e comunicativo di noi labronici. Di certo questa non è la prima campagna sulla donazione che adotta un approccio “leggero”, in altri paesi anzi è abbastanza comune, ma è forse la prima ad essere mirata ad un target così fortemente connotato territorialmente e, in questo senso, rappresenta un’esperimento davvero interessante che è stato molto apprezzato dalla popolazione locale. Non mi stupisco quindi che un “non livornese” possa sentirsi poco coinvolto, ma da questo ad affermare che “i livornesi vogliono solo sangue livornese” e che si tratta di una “campagna riuscita male”, c’è una certa differenza. Segnalo infatti che quando, lo scorso anno, sono uscite le affissioni, sebbene quasi tutta l’Italia fosse in crisi di donazioni, Avis Comunale Livorno non solo ha raggiunto gli obiettivi (al rialzo) che si era prefissa ma, ancora una volta, ha ottenuto risultati ben al di sopra delle medie nazionali. Detto questo, ringrazio di cuore l’Unione Sarda. Non c’è niente di meglio di po’ polemica sui quotidiani e sul web per veicolare con più forza una campagna di comunicazione.

 

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