Settimana corta alle superiori: quali studi ha fatto la Provincia
Facendo seguito a quanto comparso sulla stampa cittadina nei giorni scorsi, relativamente alla “settimana corta” nelle scuole superiori, in qualità di genitori abbiamo riflettuto ponendoci delle domande, alle quali ci farebbe piacere seguissero le risposte dell’autorità competente. Critichiamo questa proposta nel metodo e nel merito in quanto contraddice l’autonomia scolastica piegando la didatttica al volere economico.
Ci chiediamo quali studi abbia effettuato la Provincia sul nostro territorio e nei nostri istituti superiori per arrivare a tale conclusione. Sicuramente non ha tenuto conto della didattica e dei programmi che risentirebbero negativamente della “settimana corta” e tanto meno degli studenti e delle loro famiglie.
Rimanere a scuola 6-7-8 ore (compresi i rientri pomeridiani) fa si che le ultime ore di lezione siano quasi impraticabili a causa dei ridotti livelli di attenzione, a queste vanno aggiunte le ore dedicate agli spostamenti per i pendolari o per coloro che non abitano in zone limitrofe alla scuola.Inutile dire che questa “novità” graverà anche economicamente sulle famiglie, infatti ci chiediamo se le scuole saranno in grado di fornire un servizio mensa oppure se gli studenti dovranno organizzarsi autonomamente, in ogni caso saranno le famiglie a dover sostenere costi aggiuntivi! Se questa è la “buona scuola” ne faremmo sinceramente a meno.
Saremmo grati, infine, alla Provincia se riflettesse seriamente su altre forme di risparmio da mettere in atto, esonerando gli studenti, ne troverà di molteplici: basta volerlo.
Un gruppo di genitori di figli alle superiori
Riproduzione riservata ©