“Saranno famosi”. La prima storica convenzione tra Niccolini-Palli e Goldoni

di Arabel Padovan

“Una collaborazione storica” quella tra il teatro Goldoni e l’Isis Niccolini Palli, ma non solo. La convenzione di Alternanza scuola-lavoro infatti, firmata questa mattina 18 Marzo – nella sala Mascagni del Teatro Goldoni – dal direttore della Fondazione Teatro Goldoni, Marco Bertini e dalla Dirigente dell’ Isis Niccolini Palli, la professoressa Nedi Orlandini, è la prima in Italia di questo tipo. “Un’alternanza scuola lavoro che crea un apprendistato di tipo formativo, in cui i ragazzi – come ha spiegato Bertini – non solo affiancheranno ma entreranno in gioco direttamente con il loro lavoro”. Il modello di riferimento ha spiegato il Direttore è Saranno Famosi – la famosa fiction degli anni ottanta- dare dunque la possibilità ai ragazzi di realizzare concretamente ciò che apprendono nel loro percorso di studio (in questo caso parliamo della sezione del Liceo Musicale e Coreutico).

“ Io, ho sognato, alla vostra, età guardando Saranno Famosi, di vivere un’esperienza del genere ” ha raccontato Bertini ai ragazzi della terza Musicale della scuola, presenti. I ragazzi quindi studieranno e lavoreranno direttamente in Teatro in tutte le fasi di realizzazione del processo artistico. Un progetto, che nasce dall’idea del Prof. Salvini, docente presso l’Istituto Niccolini Palli e collaboratore della Fondazione Teatro Goldoni.
“Una convenzione che esprime la fiducia della Fondazione nei confronti del nostro Liceo – ha spiegato la Prof.ssa Orlandini –durerà non uno ma ben tre anni e coinvolgerà i ragazzi di terza, quarta e quinta progressivamente. Un impegno notevole da parte del teatro. Ringrazio il Direttore Bertini perché la vicinanza al Liceo, di una struttura così importante, darà ai miei ragazzi la possibilità di: sperimentare direttamente sul campo l’utilizzo della strumentazione tecnica, vedere l’unitarietà del lavoro che viene preparato dall’orchestra e tutto quanto sta dietro una rappresentazione teatrale concertistica. E’ importante che i ragazzi vedano e sperimentino il lavoro in una struttura del genere, per meglio capire cosa fare dopo il liceo, vedendo quali sono i diversi profili professionali che operano all’interno della stessa. Può anche essere motivo di stimolo maggiore, durante il percorso di studio, per chi ha qualche momento di cedimento”.
La classe coinvolta quest’anno è la terza del Liceo Musicale, che frequenterà il teatro la mattina o il pomeriggio, a seconda delle necessità. Il tutto si inserirà in un piano organico che coinvolge la programmazione del Goldoni. Il primo spettacolo ad interessare attivamente gli studenti, sarà “Un’opera lirica, la Tosca (che andrà in scena a maggio). La lirica è lo spettacolo dal vivo più complesso – spiega Bertini – perché al suo interno troviamo la musica sublime, c’è dentro tutto: la danza, la recitazione. Un’opera lirica, come la Tosca, non può non coinvolgere i ragazzi per la sua complessità e vivacità, un mondo di favola. Ciò non escludere la possibilità in futuro di coinvolgere i ragazzi in altri generi”. Per la stagione dei concerti, il programma di sala (depliant informativo per gli spettatori) è redatto già in parte dagli stessi studenti.
Al termine di ogni anno di stage, gli studenti avranno un attestato firmato dalla Fondazione che, nel corso dei tre anni di collaborazione, permetterà loro di acquisire dei crediti formativi per le attività svolte.
 L’entusiasmo di giovani studenti-artisti della terza Musicale del Niccolini-Palli, era palpabile, questa mattina in sala Mascagni al teatro Goldoni. Tra loro c’è chi, come Simone Scarpellini, pensa alla fortuna di potersi relazionare con i cantanti dell’Opera o chi come Matilde Venturi pensa alla possibilità concreta di sperimentarsi attivamente in quello che immagina possa essere il suo futuro contesto lavorativo e chiede direttamente al direttore del Goldoni se saranno avviati stage anche in estate (cosa non esclusa da Bertini).

Una convenzione, quella firmata stamane, che mette in sistema “ teoria e prassi ”(per dirla in termini aristotelici), studio e lavoro, in un ambito – quello dell’arte – in cui troppo spesso, nel nostro Paese, la relazione tra i settori viene ignorata.

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