L’insegnamento del cinese, il Vespucci a Trieste
“Crescere insieme Cooperando- prospettive di educazione collaborativa fra Italia e repubblica Popolare Cinese” – era questo il seminario organizzato dal liceo Carducci di Trieste, sotto il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione , a cui ha preso parte l’Istituto Vespucci, unica scuola statale con un corso curriculare di lingua cinese nel suo indirizzo di Relazioni Internazionali per il Marketing, nelle persone della prof. Chiara Buchetti, unica docente di lingua cinese di una scuola pubblica sul territorio livornese, insieme alla dirigente reggente dell’IIS Vespucci, prof. Simonetta Costagliola.
I due giorni di studio sono stati l’occasione per confrontare esperienze e per evidenziare le criticità del percorso. In particolare, come riportato dalla prof. Chiara Buchetti , “mentre gli insegnanti sono stati impegnati nell’avvio della costruzione di un sillabo di riferimento per i docenti di lingua cinese in tutta Italia e nel discutere sulle necessità legate alle prove scritte degli Esami di Stato e il conseguimento delle certificazioni linguistiche, i dirigenti hanno discusso delle modalità di cooperazione tra scuole cinesi e italiane e delle difficoltà legate ad ottenere i visti per gli studenti che si recano in Cina per motivi di studio – fatto questo che è stato fatto presente direttamente all’ambasciatore cinese in Italia, che ha partecipato ai lavori.”
Fra gli aspetti di maggior interesse delle due giornate di studio, oltre alla possibilità di scambiarsi esperienze e buone pratiche metodologiche e didattiche, ha concluso la professoressa Buchetti “le criticità emerse sia riguardo ai livelli di competenze linguistiche che il Ministero indica in uscita – dichiarate dagli addetti ai lavori troppo elevati (mentre nei licei, dopo 5 anni di studio è ipotizzabile un livello B1-B2 e non C1 come indicato a livello ministeriale, negli istituti tecnici , al termine di un triennio è ipotizzabile un livello A1-A2 ), e l’idea di creare una rete nazionale di scuole in cui viene insegnato il cinese per avere sostegno, consigli e supporto per stringere partnership e migliorare la cooperazione fra Italia e Cina – anche perché, come nel mio caso, spesso gli insegnanti di cinese si trovano soli dentro ad un istituto, senza la possibilità di confrontarsi e condividere percorsi con colleghi”.
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