Al Cecioni lo sport oltre ogni barriera con “Capire un’H: come l’handicap fa cultura”
Lo sport oltre ogni barriera, anche quando sembra impossibile: di questo si è parlato, nell’ambito dell’iniziativa “Capire un’H: come l’handicap fa cultura”, al Liceo Cecioni con due classi delle scuole Borsi-Pazzini e le associazioni Sport Insieme Livorno, Disabilandia e L’isola che c’è. In un primo momento studenti del Cecioni hanno raccontato le loro esperienze “sportive” a fianco dei bambini e ragazzi speciali: questa estate l’uscita con la barca Primo pensiero ed il bagno alla Meloria, da qualche settimana gli allenamenti di basket integrato secondo il metodo Calamai presso la palestra della scuola ogni giovedì ed il venerdì la formazione sulla Danza movimento terapia in vista dei laboratori che partiranno a gennaio con i bambini di Disabilandia. Perché a scuola? “Perché, come ha sottolineato il Dirigente De Puri, La scuola va compresa come occasione di crescita umana e personale attenta ai bisogni ed alla ricchezza dell’altro, in un momento importante quale l’adolescenza”.
Le associazioni hanno poi illustrato i loro progetti in ambito sportivo, nella convinzione che lo sport costituisce per tutti la forma migliore per valorizzare le proprie capacità e favorire la socializzazione attraverso la competizione e la collaborazione del gioco di squadra.
Per primo Claudio Rigolo, che ha presentato la barca Primo pensiero, il surf e l’attività subacquea per tutti, come momento non solo di socializzazione ma anche di impegno agonistico; poi la dott.ssa Enrica Querci, che per Disabilandia ha spiegato i presupposti della Danza movimento terapia che punta a creare un ambiente sicuro e ad offrire nuove soluzioni per l’espressione di sé, dei propri bisogni e peculiarità. In particolare 25 studenti del Cecioni stanno seguendo un corso di formazione sul movimento espressivo per diventare tutor dei bambini di Disabilandia che parteciperanno ai laboratori di movimento terapia a partire da gennaio. Ha concluso Valerio Vergili, presidente dell’Associazione L’Isola che c’è, che ha presentato il basket senza limiti che stimola la conoscenza di sé e del proprio corpo attraverso un gioco di squadra che favorisce il confronto e la collaborazione tra i pari. Lo spirito di competizione è condiviso, come anche la passione, lo slancio agonistico e la voglia di partecipare.
Chi è allora disabile? Lo siamo un po’ tutti, quando non sappiamo fare una cosa, come nessuno lo è nel momento in cui tira fuori incredibili risorse e risultati raggiunti con la fatica degli allenamenti; siamo allora tutti uguali ma diversi per le nostre capacità e,soprattutto, la voglia di fare
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