Asl, condannati i furbetti del cartellino

Sotto accusa i cartellini segnatempo di entrata e uscita dei dipendenti. Per la Procura gli imputati si erano organizzati per risultare al lavoro quando in realtà non erano presenti

Avrebbero timbrato il badge segnatempo al posto di altri colleghi risultando così al lavoro quando in realtà erano già usciti, oppure non ancora entrati.Un anno di condanna per truffa dunque (pena sospesa per effetto della condizionale) per due tecnici di radiologia e due medici convenzionati con l’Asl di Livorno.
E’ questo quanto ha stabilito ieri nelle aule del tribunale penale di Livorno in via Falcone e Borsellino il giudice monocratico Marina Cirese accogliendo la richiesta del pm in aula Imperio. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Massimo Mannucci e iniziata nel 2008  ha portato ieri alla condanna i due radiologi Rudy Lenci (61 anni) e Rossella Folino (51) e i medici Ermanno Pasero (67 anni) e Augusto Cosci (60). Il processo ha visto l’azienda sanitaria costituirsi parte civile (tramite l’avvocato Barsotti) per ottenere un risarcimento dei danni subiti. Secondo quanto ricostruito dalla magistratura e dagli inquirenti nel 2008, e in alcuni giorni del 2009, i due radiologi e i due medici operanti nel distretto sanitario di Fiorentina, in via Fiera di Sant’Antonino avrebbero “imbrogliato” l’Asl organizzandosi fra loro e facendo così risultare sul badge di entrata e di uscita  un orario non corrispondente a quello effettivo di ingresso o di uscita. Fu l’allora direttore generale dell’Asl, Monica Calamai, ad insospettirsi e a far seguire con appostamenti e fotografie eseguite da un’agenzia di investigazione privata, i quattro professionisti.  Circa 4 anni fa, nel 2010, arrivò il rinvio a giudizio per gli indagati e ieri la condanna. Secondo gli avvocati difensori degli imputati non  sussisterebbe la prova del comportamento contestato dalla Procura ed inoltre, sempre secondo le difese rappresentate da Uccelli, Vannucci, Martelli, Visalli e Comaschi) non è stato dimostrato che a fronte delle registrazioni degli orari non fu corrisposto effettivamente lo svolgimento regolare dell’orario.

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