Medico livornese assolto dopo 12 anni di calvario
Dodici anni. E’ questo il tempo che è stato necessario per stabilire la verità sul caso che coinvolse in prima persona il noto medico livornese Paolo Baroncini accusato di peculato insieme ad altri colleghi nel caso che travolse la Casa di Cura dell’Addolorata di Pisa e oggi assolto dalla Corte d’Appello di Firenze con la formula piena: “il fatto non sussiste”. All’epoca dei fatti il dottore labronico era dirigente amministrativo della struttura. Secondo i magistrati che formularono i capi di imputazione nel 2002 il reato si sarebbe configurato in quanto molti interventi eseguiti con un ricovero giornaliero (più costoso) sarebbero invece potuti essere eseguiti in ambulatorio e quindi meno oneroso del primo. In poche parole, secondo i pm pisani, se gli interventi finiti nel mirino della Procura all’interno effettuati nell’arco di tempo compreso dal 1998 al 2002 fossero stati eseguiti in ambulatorio l’Asl avrebbe risparmiato la considerevole cifra di 1 milione di euro.
Il 20 ottobre è arrivata però la sentenza d’appello che ha ribaltato completamente la condanna in primo grado di colpevolezza. Imputati assolti perché il fatto non sussiste. Formula ampia che non lascia dubbi e che costringe l’Asl pisana a restituire il milione di euro agli imputati che gli stessi avevano versato come risarcimento provvisionale in primo grado.
Tra gli imputati assolti, insieme a Paolo Baroncini, anche gli oculisti Dario Severino e Giorgio Panelli, la dottoressa Rosalba Vittozzi che nel periodo preso in esame dai sostituti procuratori era dirigente dell’Asl 5 di Pisa e che di fatto era responsabile del controllo della Casa di Cura in questione. Massima soddisfazione per gli avvocati difensori Ezio Menzione, Stefano Del Corso e Antonio Cariello i quali hanno finalmente sottolineato come giustizia sia stata fatta dopo molti anni.
Riproduzione riservata ©