Furto a Cure Palliative: rubati due televisori. E un negozio di tatuaggi regala una tv al reparto
di gniccolini
LIVORNO – Un furto che lascia di stucco non tanto per il valore delle cose rubate ma per il dove è stato effettuato. A sparire infatti in questi ultimi giorni sono state due televisioni collocate all’interno delle stanze di Cure Palliative. A confermare l’amara notizia è lo stesso Umberto Vivaldi, presidente dell’Associazione Cure Palliative, contattato questa mattina, sabato 24 agosto, al telefono dalla redazione di Quilivorno.it: “E’ una cosa che fa rimanere sconcertati – spiega Vivaldi – ed è anche difficile capire chi possa mai aver compiuto un gesto del genere. Nel reparto non ci sono telecamere, non c’è orario di passo. E’ una cosa che mi lascia senza parole. Chi può essere stato? Non ho la minima idea”. Sul posto si sono portati anche i carabinieri di Livorno per raccogliere la denuncia di furto e per svolgere le indagini del caso
Fortunatamente la solidarietà non ha limiti e grazie al veloce tam tam sono già stati raccolti i soldi (circa 500 euro in tutto) per ricomprare e mettere al loro posto nei prossimi giorni i due schermi all’interno delle stanze dei pazienti. “Per fortuna c’è sempre chi è pronto a dare una mano – conclude Vivaldi con il groppo in gola- Vuol dire che qualcosa di buono c’è sempre”.
IL GESTO DI BENEFICENZA. A conferma di quanto dichiarato da Vivaldi nella tarda mattinata di oggi, tre “angeli” benefattori Pablo De Vivo, Gianluca Rondina e Flavio Gentilini, dello studio Tattoo Life Style hanno deciso di comprare e regalare una tv 24 pollici al led della Thomson (come si può vedere nella foto) e regalarla al reparto di Cure Palliative.
La notizia è rimbalzata su facebook proprio sulla pagina di Pablo De Vivo il quale aveva scritto: “Lo studio Tattoo Life Style appresa la notizia del vergognoso furto di alcune televisioni dalle camere del reparto di Cure Palliative all’ospedale di Livorno, ha sentito il bisogno di acquistarne una nuova per riportarla a chi ne ha veramente bisogno! Con la speranza che una cosa del genere non capiti mai più”.
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