Fials: “Il tempo per indossare la divisa va retribuito”. Pensi che sia giusto?

La direzione aziendale della Asl 6 ha ricevuto dal sindacato Fials la richiesta di riconoscere, ai lavoratori obbligati ad indossare la divisa per l’espletamento della loro attività lavorativa, il tempo necessario per tale adempimento.

Ecco la posizione del sindacato Fials – “E’ ormai consolidato che il tempo di vestizione in entrata e la dismissione in uscita della divisa rientri nella fattispecie prevista dal D.Lgs 8 aprile 2003 n.66 in attuazione alle direttive della C.E. che definisce l’orario “ qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro o a disposizione del datore di lavoro e nel’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”. Nel corso degli anni ci sono stati pronunciamenti della Corte di Cassazione e di vari tribunali che hanno riconosciuto tale diritto. La Cass.civ. Sez. Lavoro sentenza 19/02/2014 n.3977 dispone “ al tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro (tempo estraneo a quello destinato alla prestazione lavorativa finale) deve corrispondere una retribuzione aggiuntiva” e recentemente il tribunale di Pisa uniformandosi a detto orientamento ha riconosciuto ai ricorrenti lavoratori della Azienda Universitaria Pisana il “ tempo per cambio divisa” quantificato in 18 minuti (9 in entrata e 9 in uscita) retroattivamente per il quinquennio 2005/2010 monetizzandolo con importi di circa 5mila euro già erogati in busta paga. La direzione della azienda universitaria ospedaliera pisana condannata per 8mila al pagamento delle spese legali ha deciso di non fare appello consolidando il diritto dei dipendenti. Il Fials ha nella Asl 6 promosso una iniziativa per rivendicare tale diritto per tutti i lavoratori infermieri, operatori socio sanitari ecc. obbligati ad indossare la divisa di lavoro ed in proposito è stata inoltre disposta una comunicazione disponibile nelle sedi Fials per interrompere la prescrizione per non decadere dal diritto.
Il Fials garantirà a tutti i lavoratori l’assistenza legale gratuitamente ad iniziare dalla fase della procedura conciliativa alla direzione provinciale del lavoro. La Asl 6 ad oggi non ha ancora risposto alla richiesta del Fials e continua pervicacemente a negare i diritti ai lavoratori. Il Fials ha già disposto gli atti necessari finalizzati al riconoscimento del diritto non escludendo il ricorso al magistrato del lavoro. La direzione della Asl 6 ha realizzato una gestione fallimentare che si concretizza tra l’altro: in una diminuzione dei servizi, il permanere di disfunzioni organizzative, nel numero dei cittadini costretti ai disagi delle liste di attesa e alla fuga verso altre realtà sanitarie pagate con oltre 90 milioni di uscite dal Bilancio. Questi amministratori hanno collocato agli ultimi posti delle classifiche nazionali la sanità livornese e continuano imperterriti nella loro azione diminuendo la spesa per il personale di oltre 7 milioni all’anno ma perpetuano sprechi per appalti inutili e assunzioni di dirigenti”.

 

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