A San Ferdinando il vicario generale dei padri Trinitari
di Roberto Olivato
Su invito di padre Emilio Kolacyzk parroco di San Ferdinando a Livorno, da Roma è giunto il vicario Generale dei padri Trinitari lo spagnolo padre Pedro Aliaga, accompagnato dai confratelli padre Antonio Aurelio Fernandez e Gustavo Da Siviera. Un arrivo inaspettato ai più, ma atteso dai parrocchiani di San Ferdinando che da giorni erano stati avvisati dal loro parroco. L’arrivo di padre Pedro Aliaga e dei suoi confratelli è coinciso con la ricorrenza del 95esimo anniversario della morte di Giacinta Marto, la pastorella che assieme a Francesco e Lucia, che videro la Madonna. Il movimento Messaggio di Fatima ha celebrato e ricordato con un momento di preghiera assieme ad una cinquantina di bambini della scuola materna delle suore Trinitarie, che al termine hanno fatto salire al cielo diversi palloncini azzurri. Ma il mese di febbraio anche per la famiglia Trinitaria rappresenta una data importante, viene infatti ricordato il 90esimo anniversario della la morte di Elisabetta Canori, avvenuta il 5 febbraio 1825 ed è proprio sulla figura di questa donna che dopo la S.Messa, allietata dai canti del coro accompagnato alla chitarra da Suor Margherita, padre Pedro col parroco padre Emilio hanno proseguito l’incontro con i fedeli presenti all’Eucaristia, nel corso del quale il vicario generale ha raccontato la vita di Elisabetta Canori, prima laica trinitaria, beatificata il 24 aprile 1994 nell’anno Internazionale della Famiglia. Vista la numerosa partecipazione e l’interesse dimostrato dai presenti, padre Pedro ha invitato padre Emilio ad organizzare un pellegrinaggio a San Carlino per visitare le reliquie della beata.
Padre Pedro questa è stata la sua prima visita a Livorno, un suo parere.
“Come città ho ancora visto poco essendo qui da poche ore, ma quel poco mi ha ben impressionato. La chiesa mi ha stupito per la ricchezza di opere inneggianti il nostro carisma, una su tutte il gruppo marmoreo, posto sull’altare, raffigurante gli schiavi liberati, che l’artista Giovanni Baratta realizzò materializzando la visione che ebbe San Giovanni di Matha”.
Il vostro Ordine, come del resto capita anche ad altri, sta risentendo di un calo vocazionale è possibile secondo lei un cambio di tendenza?
“Noi non possiamo fare molto, l’unica arma che abbiamo è quella di una presenza comportamentale, coerente con il nostro carisma”.
Non pensa che più frequenti incontri, come quello di questa sera, possano far crescere l’interesse e quindi una maggiore conoscenza dei Trinitari?
“In Spagna periodicamente visitiamo varie realtà del nostro Ordine a fini vocazionali e devo dire che i risultati si vedono. Penso che quanto prima agiremo così anche in Italia ed in altre realtà, ma le vocazioni non sono solo appannaggio di futuri sacerdoti, ma anche dei laici trinitari come la figura di Elisabetta Canori, di cui oggi abbiamo parlato, ci dimostra essere possibile”.
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