Sulle tracce dei Nativi. I Sioux in mostra

 

Un’esposizione etnografica di grande rilievo e da non perdere, originale per il suo contenuto, rara e preziosa per manufatti in mostra appartenuti a popolazioni scomparse ormai più di un secolo fa. La storia dei Lakota Sioux e delle popolazioni delle Grandi Pianure americane è in mostra alla Fondazione Geiger fino al 14 febbraio, raccontata attraverso oggetti pervenuti fino a noi, provenienti da collezioni museali e private internazionali. Una storia antica e lontana quella dei popoli indigeni americani che per la maggior parte del pubblico italiano ed europeo trova posto unicamente nelle pagine dei libri scolastici e d’infanzia o nei ricordi cinematografici in bianco e nero degli anni ’40 fino alla pellicola di Balla coi Lupi, di cui tra l’altro la mostra espone abiti di scena e parti di pellicola.

Il capo Nuvola Rossa

Nativi è il titolo dell’evento e che in se racchiude l’appartenenza di questi popoli ad una terra che essi rispettarono profondamente, avendo con l’ambiente e la natura un rapporto simbiotico di armonia.

L’iter dell’esposizione ha una sua voce narrante, nella figura di Cavallo Pazzo appositamente disegnata dall’artista Stefano Casini e che accompagna idealmente il visitatore nelle varie sezioni come attraverso un lungo racconto, in cui si incontrano alcune scenografiche ricostruzioni come la tipica tenda Tepee o il totem intorno a cui avveniva la danza del Sole, fino al fortino interamente in legno, avamposto di terrore dei bianchi stranieri. C’è quindi una quantità di reperti che non solo ci lascia immaginare alcuni momenti di vita di questi popoli, ma che diventano anche presenze, cariche di memorie e della vita dei nativi americani. Una vita in equilibrio con la natura, su cui vigeva la volontà suprema del Grande Spirito, la guida di ogni essere umano educato al rispetto per tutte le forme di vita. Anche la pratica apparentemente più feroce aveva quindi in questa ottica un carattere sacro ed era praticata per assoluta necessità e sostentamento. Si concentrava quasi interamente sui meravigliosi esemplari di bisonte, numerosissimi prima dell’arrivo dei bianchi, circa 60 milioni di capi per ridursi nel 1889 a soli 541 animali. L’animale simbolo di queste popolazioni e che sopperiva a diversi bisogni, serviva a nutrirsi, vestirsi, coprirsi, ripararsi.

Piccolo Falco. Ritratto di un uomo brul+®_Edward Sheriff Curtis, 1907_Library of Congress

Asce da battaglia, archi, frecce, scudi, coltelli ma anche raffinate cinture e calzature decorate con perline di vetro di Murano, frutto di un periodo di contaminazioni tra indigeni e ‘bianchi’ occidentali.  Oggetti e manufatti, rarissimi da poter vedere come i copricapo di piume d’aquila utilizzati nei rituali e che sono parte della rivelazione di un popolo ormai scomparso soggiogato al potere di stranieri che avevano dalla loro parte solo ferocia e polvere da sparo.

Nativi. Sulle tracce dei popoli delle Grandi Pianure
Dal 5 dicembre 2015 al 14 febbraio 2016

Sede
Sala Espositiva della Fondazione Culturale Hermann Geiger
Piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI)

Apertura
Tutti i giorni dalle 16:00 alle 20:00

Ingresso libero

Inaugurazione
Sabato 5 dicembre 2015, ore 17:00

Per informazioni
Fondazione Culturale Hermann Geiger
T. +39 0586 635011
www.fondazionegeiger.org; [email protected]

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