La Provincia di Livorno ha il suo Bilancio di Genere

LIVORNO – Il Consiglio Provinciale ha approvato il primo Bilancio di Genere della Provincia di Livorno, uno strumento di rendicontazione sociale che misura l’impatto delle politiche attuate dall’Ente sulla vita dei cittadini e delle cittadine. Attraverso il Bilancio di Genere, infatti, si rende più evidente come politiche apparentemente neutrali, possano produrre effetti molto differenti sulla condizione economica e sociale della popolazione femminile o maschile.

Il documento è stato redatto applicando il modello di gender audting al bilancio consuntivo del 2012, sul quale è stata fatta un’attenta analisi generale, con una rilettura e riclassificazione della spesa corrente per aree sensibili al genere. Il riesame del bilancio della Provincia, relativo alle attività messe in campo nel 2012, ha messo in luce l’impatto di genere delle scelte politiche attuate, offrendo un utile spunto di riflessione su come orientare e programmare l’azione amministrativa tenendo conto delle differenze tra uomini e donne.

“Il Bilancio di Genere della Provincia – ha detto l’assessore alle pari opportunità Maria Teresa Sposito – è stato elaborato da un gruppo di lavoro interno, costituito da valide funzionarie che hanno lavorato con grande professionalità, mettendo a disposizione le loro competenze e capacità politiche e professionali. Il gruppo si è poi confrontato in diverse occasioni con le assessore e la presidente della commissione Pari Opportunità, alle quali era stato affidato il compito di monitorare il percorso di realizzazione del documento”. Un lavoro tutto al femminile, che ha permesso di evidenziare i tanti compiti svolti e i tanti progetti portati avanti dall’Ente che hanno avuto un reale impatto sulla vita dei cittadini e che, per la loro peculiarità, spesso sono rimasti lontano dai riflettori. In termini economici, nel 2012 la Provincia ha investito oltre 2.208.747 euro in politiche che hanno avuto un beneficio diretto per le donne. “Si tratta del 3,90% della spesa totale – spiega Sposito – ed è un dato estremamente positivo, basti pensare che per la quasi totalità degli enti, in particolare le Province, che hanno elaborato bilanci di genere questo dato sfiora a malapena l’1%”. In questa spesa rientrano le politiche per le pari opportunità (in evidenza la spesa per il progetto Con.Trat.to per il sostegno alla casa di accoglienza per le donne vittime della tratta), le politiche per il lavoro, la formazione professionale (di cui sono stati presi in esame i percorsi formativi di maggiore impatto sociale) e i contributi alle aziende agricole (di cui hanno beneficiato ben 12 aziende agricole guidate da donne). Altri 10.289.587 euro sono le spese investite in politiche che hanno un riflesso di genere indiretto. In questo caso si sono analizzate le aree di spesa per attività destinate a specifiche tipologie di cittadini (bambini, anziani, fasce deboli). L’impatto positivo, in questo caso, interessa in maniera indiretta le figure, in particolare le donne, su cui ricade in maniera più forte il lavoro di cura. Infine, una parte consistente di spesa, pari a 15.739.204 euro è stata classificata all’interno dell’area definita di genere ambientale. Si tratta di servizi erogati direttamente dall’ente, che hanno un beneficio significativo sulla qualità della vita delle persone. Rientrano in questo ambito i servizi per la mobilità, i trasporti, la sicurezza, la cultura, lo spettacolo e lo sviluppo economico.

All’interno del Bilancio di Genere, inoltre, sono sviluppati alcuni focus su progetti e iniziative che la Provincia promuove sia per attività rivolte specificamente alle donne (cittadinanza di genere, violenza, pari opportunità,) sia per interventi che hanno effetti positivi in particolare per il genere femminile (telelavoro, servizi affidati a cooperative sociali, conciliazione, formazione professionale, imprenditoria giovanile, mobilità).

 

 

 

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