Sequestrati dalla Capitaneria oltre 270 chili di pesce a peschereccio spagnolo
Fermata imbarcazione di 24 metri della marineria di Cartagena, il carico era detenuto sotto la taglia minima consentita e catturato con il sistema dei palangari
270 kg di pesce sotto taglia sequestrati. E’ il risultato di un blitz effettuato dagli uomini della Capitaneria, a bordo di un peschereccio battente bandiera spagnola ormeggiato nel porto. L’unità da pesca aveva comunicato alla Sala Operativa della Guardia costiera la necessità di dover fare ingresso nel porto livornese per risolvere alcuni problemi tecnici ed effettuare operazioni commerciali.
Appena posizionati i cavi in banchina, gli ispettori della Capitaneria salivano a bordo per controllare le attrezzature ed il carico di pesce, al fine di verificare se vi fossero irregolarità.
In una delle stive refrigerate del peschereccio, un’imbarcazione di 24 metri della marineria di Cartagena, veniva scoperto il carico illegale di prodotto pescato e detenuto sotto la taglia minima consentita, catturato con il sistema dei palangari. In particolare, i militari accertavano la presenza di circa un migliaio di piccoli esemplari di “pagello occhialone” della misura inferiore ai 33 centimetri di lunghezza, previsti dalla normativa comunitaria per tale specie nel mare mediterraneo.
Dopo alcune ore, durante le quali la Guardia costiera effettuava la misurazione di tutti gli esemplari di pesce detenuti nelle stive, scattavano i sigilli al quantitativo di prodotto ittico illegale che, a seguito di convalida del sequestro e nulla osta da parte dell’Autorità Giudiziaria, veniva donato in beneficenza ad enti caritatevoli. Il restante prodotto, di taglia regolare, veniva sbarcato e preso in consegna da una ditta campana per l’immissione nel circuito di commercializzazione, dove, con tutta probabilità, sarebbero confluite anche le catture illegali. Il comandante del motopesca, che, come prevedono le norme, avrebbe avuto l’obbligo del rigetto in mare delle specie catturate sotto taglia, e che invece ha deciso di mantenere il prodotto a bordo, verosimilmente per commercializzarlo, veniva denunciato penalmente alla Procura di Livorno. Per tale illecito rischia una pena fino a due anni e una sanzione pecuniaria fino a 12 mila euro. L’attività di controllo della Capitaneria di porto di Livorno proseguirà, intensificandosi.
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