Riparazioni navali, 30 aziende in corteo per il futuro. Dall’Ue 4 milioni per lo sviluppo del porto
di Ilaria Boldrini
Le aziende di riparazione navale si sono fatte promotrici di una manifestazione che vuole dar voce ai problemi esistenti della città chiedendo risposte certe e veritiere ai due candidati sindaco, a due giorni dello storico ballottaggio livornese (clicca sul link in fondo all’articolo per guardare le immagini nella fotogallery di Simone Lanari). (Dall’Ue 4 milioni per il porto – leggi qui). Allo sciopero hanno aderito i lavoratori della TRW S.p.a., i lavoratori cassa integrati della Delphi S.p.a., lavoratori Pierburg S.p.a., lavoratori MTM S.p.a, il comitato Borgo a Magrignano, il comitato del Limoncino.
Al grido di “Ridateci il bacino, ridateci il lavoro” è iniziata la protesta in piazza Micheli, davanti al monumento dei Quattro Mori. Il corteo, corredato di striscioni, fumogeni colorati, ed accompagnato da slogan urlati al megafono, avrebbe dovuto raggiungere la banchina 75, dove si trova il bacino di carenaggio, da tempo inutilizzato e in stato di abbandono. Si è invece fermato nella zona tra Via Cialdini e via Grande, dove i manifestanti hanno bloccato ripetutamente il traffico in segno di protesta, suscitando le ire degli automobilisti. Presenti alla manifestazione anche Elisa Amato Nicosia di Forza Italia e Costanza Vaccaro di Ncd, assente Marco Ruggeri del Pd.
Cna, Confindustria, Gestione Bacini e Azimut Benetti hanno recentemente dichiarato che la riattivazione del bacino grande in muratura, nel porto cittadino, non rappresenterebbe una soluzione per promuovere l’economia del settore della costruzione e riparazione navale nella provincia di Livorno. La risposta di 28 aziende livornesi, specializzate in riparazioni e revisioni navali, guidate dalla Jobson Italia, non si è fatta attendere. Alla domanda sul perché di questa protesta, uno dei rappresentante-portavoce delle imprese presenti, che si occupa di ‘rettifiche barche’, ha risposto: ”Noi vogliamo che riapra il bacino in muratura, attualmente chiuso e abbandonato. I soldi ci sono, tra i 7 ed i 10 milioni di euro, spese che si accollerebbero in parte l’Autorità Portuale, in parte la Jobson. Le 28 imprese tutte operanti a Livorno, riunite sotto l’associazione Ati, fornirebbero un servizio professionale nel proprio territorio, attraverso un progetto operativo di impatto ambientale pari a zero’. E proprio sull’impatto ambientale si è espresso il candidato sindaco del M5s, Filippo Nogarin, che, in sella alla sua bicicletta, ha rilasciato interviste ai media, scattato fotografie e ha poi dichiarato: “Da parte nostra ci sarà pieno appoggio, ma non cediamo di un millimetro sul tema dell’ambiente”. Siamo comunque solidali con voi”. Poi, alla richiesta di farsi fotografare con i rappresentanti dell’Ati ha dichiarato:”Mi sono già espresso, tutto il resto è strumentale”.
Riproduzione riservata ©