Raffineria Eni, Livorno e Collesalvetti unite nella lotta. Il grido dei lavoratori: “E’ il nostro 11 settembre”
di letizia
I consigli comunali di Livorno e Collesalvetti si sono uniti ieri sera per la raffineria di Stagno. All’ordine del giorno c’erano infatti le problematiche dello stabilimento Eni in vista dell’incontro che si svolgerà domani 23 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico tra le istituzioni locali, la proprietà e il viceministro De Vincenti. In sala ieri sera oltre alle istituzioni rappresentate dai consiglieri, dai sindaci e dalle giunte anche dall’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini, dal neo-presidente della Provincia di Livorno Alessandro Franchi e anche Giorgio Kutufà ha voluto essere presente. Ma in sala c’erano anche molti lavoratori dell’impianto di Stagno, della Trw, della Cooplat, di ex Delphi. “Attraverso questa seduta stiamo cercando di dare un segnale importante alla città – ha affermato Giovanna Cepparello, presidente del Consiglio comunale di Livorno – con oggi intendiamo aprire una fase di attenzione verso tutte le questioni in cui c’è il rischio di perdita di posti di lavoro”.
“L’incontro di stasera (ieri sera ndr) – ha affermato il sindaco Nogarin – sancisce in modo forte un percorso di lotta accanto ai lavoratori. Il confronto che ho avuto lunedì con Gary Klesch è stato importante: l’imprenditore angloamericano da parte sua ha tenuto a ribadirmi che non esiste alcuna trattativa con Eni per rilevare il petrolchimico di Stagno”.
Il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci ricordando come la situazione che Eni sta vivendo ora, ricordi in maniera identica ciò che è stato vissuto cinque anni fa: “Come nel 2009 anche ora serve unità, diciamo no alla vendita e alla dismissione e sì solo ed esclusivamente alla presentazione da parte di Eni di un piano industriale. Riguardo alla collaborazione tra i due comuni vorrei che Livorno e Collesalvetti camminassero fianco a fianco non solo per gestire la crisi, ma per offrire prospettive di sviluppo, da soli non si va da nessuna parte”.
Non solo le istituzioni, anche i sindacati ieri hanno portato le loro istanze: il primo a parlare è stato Gianluca Persico della Rsu di Eni: “La proprietà non si può liberare di una raffineria come quella di Livorno – specifica il sindacalista- che produce anche lubrificanti, settore adesso in crescita. Trasformare la raffineria in un deposito o cederla a un terzo significherebbe segnare la fine di una realtà così importante. Eni deve rimanere a Livorno con un piano industriale”.
Stefano Sodano delle Rsu di Trw ha preso parola e ha iniziato duramente il suo intervento. “Quello che sta succedendo in città – spiega Sodano davanti al consiglio – rappresenta l’11 settembre della nostra Livorno. Chiedo pertanto alle istituzioni di portare a Roma la nostra rabbia, ma anche le nostre idee la nostra voce, che grida il diritto al lavoro e alla dignità, diventi la voce della città, della Regione”. Discorso a cui l’aula ha risposto con un forte applauso.
È stata poi la volta dell’assessore Simoncini che si è detto “disposto a mettere in campo le risorse necessarie per le idee di sviluppo che si possono realizzare” e del neo-presidente Franchi che ha assicurato che “fin dall’insediamento del nuovo consiglio provinciale sarà affrontata la questione relativa all’Eni”.
Sono poi intervenuti i capigruppo e da Andrea Raspanti di Buongiorno Livorno arriva la proposta di indire uno sciopero generale per il 29 ottobre, giorno in cui a Roma si svolgerà il tavolo ministeriale per la Trw.
Alla fine, viene approvato all’unanimità dai 48 consiglieri presenti in sala un documento, letto dalla più giovane, Sandra Pecoretti (consigliera Movimento 5 stelle- Livorno) nel quale si fanno 3 richieste: mantenere il polo Eni di Livorno scongiurando sia la vendita che la trasformazione della raffineria di Stagno in deposito, richiedere a Eni e al governo un piano industriale e infine conservare la piena vocazione industriale e produttiva dell’area, dal momento che questo territorio non potrebbe perdere altri posti di lavoro.
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