Cgil: “Porto in crescita? Ora deve crescere il lavoro”

di Giulia Vicari

Alla luce degli ultimi dati che parlano di un porto in crescita (leggi qui), la Filt-Cgil della provincia di Livorno ha riunito il proprio comitato degli iscritti del porto di Livorno, del quale fanno parte tutti i delegati e le delegate delle imprese portuali, per mettere in piedi iniziative che favoriscano il lavoro. “Riteniamo che la fase di crisi che ha attraversato il porto e che ha visto tantissime imprese fare utilizzo di ammortizzatori sociali – afferma Simone Angella, responsabile del dipartimento portualità – sia passata. Oggi la condizione è diversa e quindi vogliamo passare alla fase “rivendicativa”, a quello che un sindacato è chiamato a fare quando le condizioni lo permettono, partendo ovviamente da un dato. Non si può parlare di crisi con questi numeri e riteniamo che il primo pezzo su cui questa condizione si debba concretizzare sia ovviamente l’occupazione, ovvero il superamento di tutte quelle situazioni di precarietà che oggi sono ancora presenti affinché il porto dia un contributo all’occupazione complessiva della città”.
“Crediamo che sia arrivato il momento di mettere coloro che lavorano in porto con le loro rappresentanze e l’autorità portuale a un tavolo – continua – dove queste discussioni vengano fatte. È necessario analizzare tutti i settori del porto, primo quello dei Ro-Ro, settore con una grande espansione, che ha nelle proprie corde un possibile ulteriore sviluppo futuro e un ulteriore incremento dei traffici, ma che non può essere gestito come oggi. Oggi ci sono 4 imprese che fanno questo mestiere, quindi il porto è frammentato da questo punto di vista, è necessario superare questa frammentazione per stare dentro alla cosiddetta zonizzazione e avviare quel percorso che si chiama “polo unico dei Ro-Ro”. Vorremmo costruire dei percorsi nei settori merceologici, cioè dove le imprese hanno la stessa tipologia di lavoro, in cui si possa ragionare di un’organizzazione del lavoro comune, di carichi di lavoro ben precisi, monitorati, con il duplice scopo di individuare eccessi di utilizzo della forza lavoro (eccessi di straordinario) e intervenire sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori. Vogliamo trovare un percorso unitario integrando questa discussione con CISL e UIL e portando alla discussione la parte datoriale e l’autorità portuale. Se questo tavolo riusciamo a farlo con la regia dell’autorità portuale bene, se questa cosa non è possibile dobbiamo farla con le rappresentanze datoriali; laddove noi non riuscissimo a costruire questi percorsi siamo pronti a fare le rivendicazioni in modo classico con lo sciopero e le cose che fanno normalmente i sindacati. Se oggi il porto è l’unico elemento che funziona in questa città, dobbiamo intervenire su ciò che è possibile fare per reperire occupazione vera e reale, perché finalmente si permetta al porto di intervenire nel riequilibrio dell’occupazione in città. Inoltre da non dimenticare, dopo gli ultimi incidenti avvenuti, la questione della sicurezza che è diventata ormai di massima urgenza”.
“Le situazioni di crisi nel porto ce le dobbiamo dimenticare – aggiunge Claudio Picchiottino, segretario generale della Filt – tutti oggi abbiamo delle responsabilità, sindacato e imprese. Un dato positivo deve avere una immediata responsabilità da parte di tutti perché ci sia la massima attenzione su quello che è possibile recuperare in termini occupazionali”.

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