Porto, così Livorno diventa la Silicon Valley
Alberto Ricci: “La collaborazione con l’Authority rafforza il territorio”
Innovazione, soluzioni ICT per il trasporto marittimo, reti wireless basate sul wifi: oggi è su questi indicatori che veniamo soppesati nell’economia globale, perché chiudere una nave a Tangeri, Marocco, ed avere contemporaneamente tutti i documenti necessari a Livorno per poter scaricare la merce e instradarla verso i mercati di riferimento, può essere la carta per vincere le sfide della competizione. Non solo banchine, quindi, non solo infrastrutture e gru paceco, non solo Darsena Europa, ma anche servizi intermodali resi possibili da “tecnologie abilitanti” come il Secure Corridor o il Meditracknet, che favoriscono una integrazione tra porto e interporto, o infostrutture come il TPCS (Tuscan Port Community System) o il Port Monitoring System, che consentono la comunicazione fra gli operatori commerciali e le Autorità di controllo.
Di tutto questo si è parlato al convegno organizzato dall’Authority nella icastica quanto simbolica cornice della Sala Ferretti, nel cuore della Fortezza Vecchia. Il “Port Innovation Day”, questo il titolo del workshop, ha impegnato per tutta la giornata operatori internazionali e esperti di settore, in un dibattito che ha avuto al centro dei riflettori le esperienze di innovazione dei porti europei e quelle dello scalo labronico.
Ciò che è emerso è che il porto di Livorno ha tutte le carte in regola per trasformarsi nella Silicon Valley dell’industria portuale, così come hanno segnalato a più riprese i relatori presenti al convegno, a cominciare dal segretario generale dell’Authority, Massimo Provinciali, che ha parlato delle nuove funzioni di sistema connesse all’Autorità Portuale: «La sfida da vincere per i prossimi anni – ha detto – è quella di creare un’Autorità portuale di sistema che sappia rispondere alle esigenze di mercato il più rapidamente possibile, che sappia sviluppare soluzioni innovative che facilitino le sinergie con le infrastrutture del retroterra e che sappia condividere servizi e infostrutture con porti vicini. Sotto questo punto di vista, posso affermare con un briciolo di orgoglio che l’Authority sta riuscendo a diventare il pivot del sistema delle imprese, delle istituzioni e del mondo accademico nel campo dell’innovazione tecnologica».
Anche il sindaco della città dei Quattro Mori, Filippo Nogarin, ha fatto riferimento al concetto di Innovation Technology parlandone come di una variabile pesante in termini di impresa: «Spesso le grandi visioni del futuro nascono da una semplice intuizione – ha detto Nogarin -, penso alla 3M, società che è diventata famosa grazie all’invenzione del post-It: si tratta di una idea semplice, banale, che ha però rivoluzionato un’epoca. Ecco, oggi sono felice di essere qui come spettatore per capire quali delle intuizioni in campo tecnologico presentate dall’APL avranno la forza di rivoluzionare il modo di fare impresa nel porto di Livorno. Ho la speranza che questa giornata diventi il volano per rilanciare una nuova idea di comunità che veda le amministrazioni e le aziende impegnate in un percorso di riqualificazione dello scalo labronico».
Ed è stato proprio partendo dalla necessità di riqualificare, rendere competitivo il porto, che si è aperta al workshop una riflessione strategica sul ruolo che deve avere Livorno: «Da La Spezia a Piombino: lo scalo labronico è al centro di un cluster i cui nodi sono equalizzati lungo la stessa direttrice Ten-T – ha spiegato la dirigente sviluppo strategico dell’Autorità Portuale, Antonella Querci -; il cluster dell’alto tirreno può oggi ambire a diventare un importante punto gateway, di snodo della merce verso i mercati dell’Europa centro-orientale. Puntare sull’innovazione tecnologica vuol dire rendere attrattivo questo punto gateway, vuol dire anche mettere in correlazione Livorno con porti fisicamente lontani, come quelli collocati lungo la sponda sud del Mediterraneo, con cui stiamo realizzando forti sinergie». Per la dirigente dell’APl, La partecipazione dell’Autorità Portuale di Livorno alla commissione ad hoc per l’innovazione nei porti europei di Espo; la collaborazione con il Consorzio Nazionale Interuniversitario delle Telecomunicazioni (CNIT) e con l’ETSI (European Telecommunications Standard Institute) sul fronte della standardizzazione dei sistemi informativi dei porti, e le numerose iniziative promosse nel campo dell’ICT, sono gli assi su cui investire per fare di Livorno un porto smart, connesso, standard e tecnologicamente avanzato.
L’Agenda per lo sviluppo del porto di Livorno: l’intesa tra Confindustria e Authority – È stato da questa convinzione che ha preso le mosse il protocollo di intesa che l’Authority ha sottoscritto con la Confindustria di Livorno. Gli obiettivi sono molteplici: le parti, infatti, si sono impegnate a dotare il porto di una rete di comunicazione cablata a alta velocità a supporto delle attività industriali e logistiche; a strutturare in porto nuovi sistemi di misura fondati anche sullo sviluppo di una sensoristica non ancora commerciale e a sviluppare le piattaforme già esistenti di tipo Port Community System (TPCS) e di tipo Port Monitoring System (PMS- “MONI.C.A.”), con il fine di dotare il porto di un centro servizi e controllo. «Il Protocollo – ha detto Simone Genovesi, presidente di Terziario Innovativo di Confindustria Livorno – prende il via da una logica bottom up dell’Apl, che è quella di mettersi in ascolto delle imprese». «Questa intesa – ha aggiunto il presidente di Confindustria Livorno, Alberto Ricci – rafforza la collaborazione tra Authority e confindustriali. Attraverso l’innovazione tecnologica possono essere raggiunti risultati importanti nella filiera della logistica». Anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, impegnato a Roma per la vicenda People Care, ha manifestato per bocca del numero uno di Logistica Toscana, Vanni Bonadio, il proprio apprezzamento per l’evento, definendo le iniziative messe in campo dall’Authority come un elemento fondamentale delle competitività della portualità livornese. «Il presidente Rossi – ha detto Bonadio – è certo che il protocollo di intesa siglato oggi tra Autorità portuale e Confindustria arricchirà ulteriormente l’accordo di programma siglato il 7 maggio» Insomma, le premesse per sviluppare il porto di domani ci sono tutte: le imprese sanno di essere ancora in mezzo al guado. Ma l’impressione da Livorno è che guardino il futuro con un po’ di fiducia in più. La parola d’ordine è promuovere il porto in un’ottica di sistema.
Sistemi informativi specializzati: L’evoluzione del TPCS – In fondo è stato proprio per questo motivo, per “fare sistema”, che la Port Authority ha elaborato servizi per la comunità portuale come il Tuscan Port Community System, la moderna piattaforma telematica che permette a tutti i soggetti interessati di comunicare tra di loro e di seguire da vicino il percorso che fa la merce, dalla nave a destinazione. Il TPCS, come ha annunciato il responsabile ufficio progetti strategici dell’APL, Paolo Scarpellini, è stato ora arricchito di nuove funzionalità che lo rendono inter-oporabile con le piattaforme dell’area Mediterranea per supportare le linee di traffico con i maggiori porti del Nord Africa. Non è un caso che lo scalo labronico guardi oggi con sempre maggiore interesse ai paesi della sponda sud del Mediterraneo: l’obiettivo è garantire la progressiva integrazione con i corridoi di trasporto intermodali europei, sia attraverso la rete dei Port Community SyStem, sia con i sistemi telematici delle piattaforme logistiche multimodali ferro gomma.
La banchina lunga: il Port Monitoring e il Medi Tracknet – Negli ultimi anni Livorno è anche riuscita a migliorare i servizi di tracciabilità della merce, istituendo corridoi controllati che consentono di sdoganare i prodotti in arrivo via mare durante il trasporto dal porto al retroterra. «I secure corridor saranno una realtà per Livorno nei prossimi mesi – ha detto il responsabile ufficio innovazione e tecnologie, Francesco Papucci – grazie alle intese sviluppate con gli interporti e grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle Dogane». Sotto questo punto di vista, due sono i fronti aperti dall’Authority nell’ambito della integrazione tra il porto e retroporto: la Piattaforma Port Monitoring System, che permette di visualizzare in tecnologia 3D diversi dati utili quali il posizionamento della nave, l’elenco dei passeggeri e delle merci pericolose e il livello di manutenzione di impianti e infrastrutture, e il Medi-Tracknet, una piattaforma a basso costo per la tracciabilità dei camion, dei rimorchi, semirimorchi e cisterne nell’ambito dei corridoi intermodali stabiliti tra soggetti logistici europei.
Le soluzione tecnologiche per il porto ferroviario – Quando si parla di innovazione, non si può poi non prendere in considerazione anche il tema dello sviluppo ferroviario e della logistica. L’Authority non si è infatti lasciata sfuggire l’opportunità di mettere in contatto il TPCS con la piattaforma integrata logistica del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. L’obiettivo è eliminare i cosiddetti missing links, collegamenti mancanti, sia sul lato dell’import (composizione treno, abbinamento carro-treno, etc) che su quello dell’export (prenotazione treni in arrivo, finestra operatività navi, etc) e rendere competitiva Livorno per quando saranno state realizzate le opere di infrastrutturazione ferroviaria del porto commerciale. L’integrazione ferro-mare rimane una priorità per lo scalo labronico: l’obiettivo è incrementare la percentuale di traffico su ferro soprattutto in importazione.
Il ruolo dell’APL e la politica dell’innovazione europea – Ma l’innovazione non è solo un problema di tecnologia ma anche di politica e di governance, come ha sottolineato il funzionario dell’Authority, Francealberto De Bari al dibattito: “Scenari, prospettive e proposte per una politica europea di innovazione dei porti”. «I porti europei – ha detto De Bari – stanno presentando come Espo le loro esigenze in tema di ICT per far sì che l’UE valorizzi sempre più i porti. Gli scali portuali non sono solo infrastrutture chiave dell’industria europea (no port, no industry), ma anche volani per l’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate destinate poi a trasformare il volto dei sistemi logistici, delle città (smart cities) e degli stessi nostri stili di vita». La sessione conclusiva del port innovation day, coordinata da De Bari, ha visto la partecipazione di tutti i più importanti player istituzionali: la Regione Toscana, il Ministero Infrastrutture e Traporti, Espo e la commissione Europea: «Nella programmazione 2014-2020 (CEF, Horizon 2020), l’APL avrà un ruolo da protagonista», ha concluso De Bari.
Riproduzione riservata ©