Porto, Alp in liquidazione. “Salveremo i 58 posti”
di letizia
«Una soluzione può e deve essere trovata», nel giorno dell’annuncio della cessazione delle attività dell’Alp a partire dal prossimo 31 dicembre è il presidente Gallanti ad affermare che «stiamo prendendo le contromisure per far sì che i lavoratori dell’ormai ex Agenzia per il Lavoro in Porto non abbiano a perdere il posto di lavoro».
L’idea principale è quella di coinvolgere più imprese portuali perché acquisiscano il ramo d’azienda dell’Agelp. La riflessione dei vertici dell’Authority sul futuro dell’articolo 17, l’unico titolato per legge ad integrare la manodopera delle imprese portuali durante i picchi di lavoro, parte da qui, dall’esigenza di mettere in sicurezza una nave che avanza in acque a dir poco agitate, e per farlo il modo migliore è quello di tenere in piedi l’ALP, che l’organo direttivo composto dai rappresentanti delle imprese art. 16 e 18 del porto intende liquidare entro la fine dell’anno. «Abbiamo già avviato un giro di consultazioni per valutare la possibilità di mantenere in piedi l’ALP ai sensi del comma 5 dell’articolo 17 – è la riflessione che Gallanti ha consegnato in tarda serata a CGIL, CISL, UIL e alla RSU dell’ALP -, oggi abbiamo più imprese disponibili a subentrare ai soci che dovessero uscire dal consiglio direttivo».
I sindacati – “Tutto ciò non riguarda soltanto il lavoro ma ritengo che sia anche una questione di legalità, – ha affermato Massimo Mazza della Rsu – in porto non ci sono controlli e si ha una continua violazione degli articoli 16 e 18, esistono accordi tra operatori e armatori, da lungo succedono queste cose ma nessuno le dice e se qualcuno prova a denunciarle si trova a dover rischiare il posto di lavoro o addirittura a ricevere lettere nelle quali viene chiesto di non chiamare più l’Autorità portuale per eseguire i controlli sulle autorizzazioni”. A maggio l’Autorità portuale aveva chiesto alle imprese del porto, tramite un’ordinanza, di fornire informazioni riguardo ai propri dipendenti rispetto ai tempi e al luogo di lavoro, tuttavia le ditte avevano sostenuto l’impossibilità tecnica di dare quei dati; a fine estate per facilitare le cose l’Authority ha comunicato che la documentazione potrà essere fornita telematicamente con un software, tuttavia a oggi non è possibile sapere se tale richiesta è stata o meno rispettata dalle imprese portuali. Per tentare di risolvere la faccenda i sindacalisti chiedono allora, anche in vista del nuovo piano regolatore portuale, al sindaco Nogarin, col quale hanno avuto un incontro poco dopo il suo insediamento, e all’Autorità portuale di riorganizzare la manodopera portuale e l’estensione dell’articolo 17, che farebbe sì che anche quei lavoratori interinali, circa 20, che talvolta prestano servizio in Alp, potrebbero essere stabilizzati.
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